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Pubblicato: lunedì 01.11.2021.
Ultimo aggiornamento: venerdì 21.01.2022

Gengive ritirate: cause e rimedi della recessione gengivale

gengive ritirate

Gengive ritirate: aspetto e sintomi della recessione gengivale

Le gengive non si ritirano da un giorno all’altro.

La recessione gengivale inizia gradualmente e si accentua nel tempo, lasciando la radice del dente sempre più scoperta ed esposta.

Inizialmente i denti appaiono più lunghi e gialli, passando la lingua o l’unghia sulla superficie del dente si nota un leggero dislivello in prossimità dell’attacco della gengiva.

Quando si hanno le gengive ritirate si può avvertire dolore e ipersensibilità dentale.

Il peggioramento è graduale e solitamente abbastanza lento, ma da un certo punto in poi, non più reversibile.

Si andrà incontro ad alitosi, i denti saranno soggetti a carie, l’osso che li sostiene si assottiglierà, inizieranno a perdere stabilità e a muoversi, infine cadranno o dovranno essere estratti.

I primi sintomi della recessione gengivale

I primi sintomi di una recessione gengivale non vanno sottovalutati, se le cause non si rimuovono in tempo e non si corre ai ripari, i rimedi saranno più invasivi, i costi per le cure più alti e i risultati minimi.

In casi estremi si dovrà ricorrere all’estrazione dei denti naturali e all’impianto dentale; non sempre praticabile con facilità, proprio a causa delle cattive condizioni generali del cavo orale: gengive e struttura ossea.

Gengivite, parodontite e piorrea: dall’infiammazione, al ritiro delle gengive e alla caduta dei denti

Le tre fasi principali attraverso cui si passa da avere le gengive infiammate alla recessione gengivale e alla perdita dei denti hanno nomi specifici: per gengivite si intende lo stadio iniziale di infiammazione delle gengive che, se non curata, evolve nella parodontite e, infine, porta ad una grave situazione di infezione, la piorrea.

Gengivite

Si tratta di un processo infiammatorio, solitamente dovuto a batteri che proliferano nella placca dentale accumulata sui denti a causa di scarsa o impropria igiene orale.

A provocare l’infiammazione delle gengive possono concorrere anche cause meccaniche, ormonali, ereditarie, situazioni di stress, alcuni farmaci o patologie fisiche, il fumo, un’alimentazione poco corretta.

La gengivite non va mai sottovalutata, il parere del dentista è prezioso e seguire le sue indicazioni eviterà di incorrere in complicazioni quali il ritirarsi delle gengive e, in casi estremi, la perdita dei denti.

Parodontite

Può iniziare con una gengivite e progredire interessando i denti e l’osso che li sostiene (parodonto).

Si tratta di una malattia causata da più tipi di batteri che si insinuano e proliferano sotto le gengive, soprattutto in presenza di scarsa igiene orale e accumulo di placca.

Se non curata la parodontite si cronicizza e conduce alla recessione e al distacco della gengiva dal dente, con formazione di sacche gengivali/dentali (dette anche tasche), in cui i batteri continuano a moltiplicarsi e produrre tossine, causando ascessi dentali e altre patologie.

L’avanzare della patologia porterà ad una riduzione in altezza dell’osso alveolare che abbraccia la radice del dente, e il dente stesso, reso anche particolarmente vulnerabile all’attacco della carie, perderà di stabilità.

Il dentista e il parodontologo sono le figure professionali che possono aiutare a curare questa ed altre affezioni del cavo orale, limitandone i danni e recuperando la situazione per quanto possibile.

Piorrea

È la fase successiva ad una parodontite non curata, chiamata in passato anche piorrea espulsiva: nella fase più grave è contraddistinta da fuoriuscita di pus e caduta dei denti.

Si inizia a parlare di piorrea proprio quando la recessione gengivale è molto avanzata, i denti appaiono sensibilmente più lunghi, perché lasciati scoperti dalle gengive ritirate, ed è presente una notevole (dolorosa) mobilità dentaria.

Cos’è la recessione gengivale e perché le gengive si infiammano e si ritirano

Abbiamo fin qui solo accennato alle cause della recessione gengivale, vedremo ora più nel dettaglio come e perché ci si può trovare con le gengive ritirate; non dimenticando che le gengive tendono a ritirarsi anche semplicemente e fisiologicamente con l’avanzare dell’età.

Scarsa o inadeguata igiene orale, con conseguente formazione di placca e tartaro.

Nella placca dentale si annidano i batteri responsabili delle gengiviti e della loro progressiva degenerazione, va da sé che i denti vanno mantenuti puliti per evitare la proliferazione dei batteri, sia con l’igiene orale quotidiana casalinga, sia con pulizia periodica effettuata dal dentista, atta a rimuovere la placca sottogengivale.

D’altro canto è importante anche il corretto uso dello spazzolino: spazzolare i denti troppo energicamente, esercitando troppa pressione o usando uno spazzolino con setole troppo dure, comporterà dei traumi meccanici allo smalto dei denti e alle gengive che, a lungo andare, potrebbero ritrarsi.

Forse non è un caso che il problema della recessione gengivale si presenti statisticamente con più frequenza in corrispondenza dei canini e dei premolari, e dal lato opposto a quello della mano con cui ci si lava i denti: si è ipotizzato che durante lo spazzolamento si tenda ad esercitare proprio su questi denti la maggiore pressione.

Per aiutarti nella igiene orale quotidiana abbiamo sviluppato questa guida che riteniamo possa esserti utile: Come lavarsi i denti nel modo corretto

Malocclusioni e problemi ortodontici.

Difetti nella dentatura, come malocclusioni dentali, affollamento dentale, diastemi importanti, denti non eruttati completamente o posizionati obliquamente nella gengiva, influiscono negativamente sulla funzionalità della masticazione, della deglutizione e della fonazione, ma possono avere un ruolo anche nel causare infiammazioni gengivali.

I denti sovrapposti possono essere difficili da pulire, dando origine a focolai di infezioni batteriche che, come abbiamo visto, sono la causa di infiammazioni e recessione delle gengive.

Anche apparecchi ortodontici e protesi mal posizionati, impianti dentali mal eseguiti, possono irritare le gengive, provocare traumi e causare recessione gengivale.

Tabagismo, il vizio del fumo.

Fumare non danneggia solo i polmoni, ma anche la cavità orale.

Il calore del fumo e le sostanze sprigionate dalla combustione del tabacco provocano danni al sistema microcircolatorio che irrora le gengive.

Il tessuto gengivale e l’osso alveolare che circonda il dente, non essendo nutriti adeguatamente, tenderanno alla necrosi e altre alterazioni degenerative.

Bruxismo, digrignare i denti involontariamente.

Il bruxismo, in cui si sfregano i denti dell’arcata superiore contro quella inferiore stringendo con forza mascella e mandibola, provoca usura anomala dei denti con danni allo smalto e sollecitazioni eccessive a radici e gengive, rendendo mobili i denti e infiammando il tessuto gengivale.

Predisposizione genetica a gengive particolarmente sottili e fragili.

Rara ma non impossibile, una tendenza per motivi congeniti ad incorrere nel problema delle gengive ritirate.

Un biotipo gengivale sottile, con spessore della gengiva inferiore a 1 millimetro e scarsa cheratinizzazione del tessuto gengivale, predispone alla recessione gengivale e va preso in considerazione in fase di cura del problema, ma non è mai la sola causa del ritirarsi delle gengive.

Problemi ormonali.

Soprattutto le donne sono soggette a maggiori problemi con le gengive durante i delicati periodi di gravidanza e menopausa.

Le modificazioni ormonali possono causare modifiche del tessuto gengivale e anche della risposta dell’organismo a infiammazioni e infezioni, mettendo a rischio la salute della bocca.

Terapie farmacologiche particolari.

L’assunzione di alcuni tipi di farmaci può causare le gengive ritirate.

Terapie ormonali ma anche la Fenitoina, la Ciclosporina e i calcio-antagonisti possono portare all’iperplasia (ingrossamento) gengivale.

Problemi alimentari e carenze vitaminiche.

Una forte carenza di vitamina C, improbabile ormai nei paesi sviluppati, può portare allo scorbuto: malattia gravissima in cui il sanguinamento delle gengive e la perdita dei denti sono tra i sintomi principali.

La vitamina C (acido ascorbico) è un elemento essenziale per la formazione del collagene e contribuisce all’integrità del tessuto connettivo e di quello osseo, nonché della dentina.

Anche disturbi alimentari come anoressia e bulimia possono causare problemi, come anche il consumo eccessivo di cibi fortemente acidi, piccanti o salati.

Piercing a labbra o lingua.

Senza demonizzare la scelta di un piercing in zone del cavo orale, bisogna fare attenzione a dove questo sarà applicato ed assicurarsi che lo sfregamento contro le gengive non provochi traumi alle stesse, causandone infiammazione e recessione.

Prevenzione della recessione gengivale

Come nella maggior parte dei problemi della bocca e dei denti, anche nel caso della recessione gengivale gioca un ruolo fondamentale la pulizia e l’igiene del cavo orale.

Un corretto uso dello spazzolino, coadiuvato dall’azione del filo interdentale e dello scovolino, l’uso di collutori quando indicato dal medico, l’igiene profonda esercitata periodicamente e regolarmente dal dentista per rimuovere placca e tartaro in profondità e nei punti difficili, sono il miglior modo per prevenire le gengive ritirate.

Le visite regolari allo studio del dentista, che sa individuare sintomi e possibili cause della recessione gengivale, scongiurano gran parte delle gengiviti e del loro evolversi, ne limitano comunque i danni e restano indispensabili quando le gengive hanno già cominciato a ritirarsi, per evitare piorrea e perdita dei denti.

Sarà il dentista a valutare la situazione e ad indirizzare il paziente a risolvere le cause che sono all’origine del problema.

Il professionista potrebbe consigliare pulizie profonde più ravvicinate nel tempo, l’applicazione di un apparecchio ortodontico per correggere difetti nella dentatura, fornire una mascherina da indossare la notte per limitare i danni del bruxismo ed altri accorgimenti mirati.

Smettere di fumare è poi un consiglio sempre valido.

Rimedi e cure per le gengive ritirate

Una volta accertato che è in atto un processo di recessione gengivale, il dentista metterà comunque in atto una serie di procedure mirate ad eliminare le cause e migliorare la situazione generale; potrebbero essere necessari trattamenti e interventi abbastanza importanti per ripristinare una condizione fisiologica e duratura delle gengive.

Migliorare la situazione delle gengive ed eliminare le cause della recessione gengivale, come abbiamo visto, sono i primi passi di una terapia per risolvere il problema.

Spesso la sola eliminazione dei fattori scatenanti e una accurata pulizia sottogengivale, manuale, con ultrasuoni o laser, attenuano il problema; non è impossibile che le gengive tornino ad essere sane in modo naturale, soprattutto se ci si trova in uno stadio iniziale della patologia.

Agenti desensibilizzanti e protettivi della dentina rimasta scoperta possono inizialmente aiutare ad eliminare dolore e sensibilità dei denti.

Terapia laser per le gengive rititate

La terapia laser, laddove si sia già ad una fase avanzata di parodontite, riscontrata dal dentista anche grazie a radiografie e sonda parodontale, è attualmente il metodo più efficace e meno invasivo per riportare le gengive ad una condizione fisiologica naturale.

Già per la pulizia sottogengivale si può utilizzare la tecnologia del laser: per rimuovere placca e tartaro in profondità, con il beneficio ulteriore di una stimolazione dei tessuti all’autoriparazione ed un effetto battericida.

Trattamenti chirurgici per curare le gengive ritirate

Esistono infine rimedi chirurgici che possono ripristinare la condizione originale delle gengive anche laddove il tessuto gengivale e l’osso alveolare sono compromessi.

La laserterapia può ripulire le sacche gengivali, stimolare la riformazione dell’osso alveolare e dei legamenti parodontali.

In casi di estrema gravità si può procedere all’innesto di tessuto prelevato da altre parti del cavo orale nella zona interessata dalla recessione gengivale.