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Pubblicato: lunedì 27.04.2020.
Ultimo aggiornamento: sabato 20.02.2021

Cos’è il tartaro? Come si forma, perché e come si elimina

rapprensentazione di un sorriso con denti bianchi e sani

Il tartaro è un accumulo di ​depositi minerali​ che aderiscono fortemente al dente attraverso un processo di mineralizzazione della placca batterica e che non è possibile rimuovere con lo spazzolino.

Solo ​l’intervento di un dentista o di un igienista dentale ​può assicurare la rimozione del tartaro, grazie a strumenti appositi, mediante un processo detto detartrasi o ablazione tartaro.

Il tartaro è di colorazione giallognola​, ma in rari casi può anche assumere colori che vanno dal ​bianco ​al ​grigio scuro​; questo fattore è dipeso dalle varie sostanze con le quali entra in contatto.

Tipologie di tartaro ai denti

Possiamo suddividere due tipologie di tartaro, a seconda della sua collocazione:

  • Il tartaro posizionato sulla​ ​parte esterna dei denti​ (tartaro sopragengivale): si forma facilmente e si manifesta sotto forma di piccole incrostazioni bianche o giallognole sul dente.
  • Il tartaro posizionato sotto la gengiva (tartaro subgengivale)​: si colloca all’interno delle tasche parodontali e ha una colorazione rossiccia a causa delle piccole emorragie gengivali.

Il tartaro appartenente alla seconda tipologia non è da sottovalutare, è spesso origine di malattie quali la parodontite​.

Anche se in un primo momento non si manifesta palesemente, i suoi danni possono essere incisivi; questi batteri depositati possono essere tossici per i tessuti molli. Questo tartaro solitamente comporta ​alitosi​.

La presenza di tartaro in bocca è alla base della formazione di ​carie​.

Perché si forma il tartaro?

Il tartaro si forma perché i minerali presenti nella saliva depositano i batteri presenti nella placca dentale lungo il margine della gengiva.

La placca e i batteri, alimentati costantemente della composizione del ph della saliva, subiscono un processo di mineralizzazione e calcificazione formando una patina resistente chiamata tartaro.

Inizialmente questa patina è di colore bianco ma con il passare del tempo tende a ingiallire a causa dell’assunzione di cibi che possono macchiare i denti come ad esempio vino, caffè e alimenti con coloranti.

Anche il fumo incide sul colore del tartaro.

Come si forma il tartaro nei denti?

I residui di cibo, depositati in bocca, vengono attaccati dai batteri, formando così ​una patina incolore ​sulla superficie dei denti, chiamata anche placca batterica o placca dentale.

Placca e tartaro vanno a braccetto: la placca non rimossa con la tipica igiene orale quotidiana, calcificandosi, darà vita a depositi di tartaro.

Sali calcarei e fosfati presenti nella saliva si associano alla placca e formano una specie di incrostazione dura. E’ per tale motivo che i depositi, solitamente, si collocano​ vicino alle ghiandole salivari.

Per combattere l’azione dei batteri, la gengiva tende a gonfiarsi e a staccarsi dal dente; così facendo, si crea un solco gengivale sempre maggiore, fino a formare una tasca, la quale sarà luogo di deposito di tantissimi batteri presenti nel cavo orale.

Questi microrganismi patogeni non necessitano di ossigeno per vivere, riescono a proliferare nella tasca parodontale​ e i danni che causano sono molto seri per le strutture di sostegno del dente.

Inizialmente, si percepisce una mobilità dei denti maggiore seguita dal  sanguinamento delle gengive e dolore su tutta la parte, fino alla definitiva perdita del dente.

In casi peggiori, l’infezione può diffondersi e raggiungere anche altri tessuti o organi.

Come prevenire il tartaro

La prevenzione ha un ruolo fondamentale, valutando le serie conseguenze, a livello estetico, psicologico ed economico, generate dalla perdita prematura dei denti.

Le seguenti regole igieniche valgono anche per tutte le altre patologie dentali e gengivali.

Ricordiamo le principali regole di pulizia dei denti:

  • Lavare i denti dopo ogni pasto​ per eliminare subito i residui di cibo e prevenire la formazione della placca.
  • Utilizzare ​spazzolino e dentifricio di buona qualità​. Un nostro articolo potrà esserti di aiuto su quale spazzolino preferire, se elettrico o manuale.
  • Utilizzare il filo interdentale​ ​o lo scovolino​: i piccoli spazi collocati tra un dente e l’altro possono accogliere residui di cibo e, di conseguenza, anche batteri. Se non vengono rimossi, possono causare seri danni, quindi è fondamentale fare uso di questi strumenti almeno una volta al giorno.

Molto spesso durante le giornate frenetiche della società in cui viviamo non abbiamo troppo tempo da dedicare alla propria igiene orale e cura dei denti.

Una cosa molto importante da sapere è che la formazione del tartaro inizia dopo circa 6 – 8 ore dopo aver consumato del cibo.

Quindi anche se vi siete dimenticati di lavarvi subito dopo mangiato potete farlo poco più tardi: l’importante è non far passare più di 8 ore.

Ovviamente è bene non prendere questa informazione come una scusa per lavarsi i denti quando capita.

➡ Vuoi approfondire :Perché dobbiamo lavare i denti 3 volte al giorno

➡ Vuoi approfondire : Pulizia dentale – Igiene orale come e quando farla

Da abbinare ad una corretta ​igiene orale quotidiana​, vi sono le visite di ​controllo, da effettuare ogni 6-12 mesi ​a seconda della situazione clinica individuale.

Evitare l’assunzione di determinati alimenti, che ​favoriscono la formazione di placca​, è sempre di buon aiuto; tra questi dolci, caramelle e bevande zuccherate sono l’esempio per eccellenza.

In tutti i casi, ricordati sempre di lavarti i denti in maniera accurata, soprattutto se non hai resistito ai cibi sopra citati!

Cosa comporta non rimuovere il tartaro e che conseguenze ci sono

Tenere il tartaro per un lungo periodo può comportare gravi conseguenze:

  • carie lievi
  • carie profonde
  • gengiviti
  • nei casi gravi anche malattie parodontali.
  • danni all’estetica del sorriso

Per questo motivo consigliamo a tutti i nostri pazienti e alle persone che ci leggono di tenere una corretta igiene quotidiana e di recarsi dal proprio dentista di fiducia almeno ogni 6 mesi per una pulizia dentale professionale.

Come eliminare il tartaro

Si tratta del processo per eliminare il tartaro: la detartrasi avviene manualmente, e solitamente viene eseguita da un dentista o da un igienista dentale, in uno studio medico; gli strumenti utilizzati si chiamano ​ablatori​.

In pratica, sfruttando ​degli ultrasuoni​, producono vibrazioni, capaci di rimuovere le incrostazioni calcaree dai denti.

Esistono anche i cosiddetti curettes​, che servono ad eliminare il ​tartaro sub-gengivale​: sono strumenti dotati di differenti  forme, che hanno lo scopo di raggiungere tutti gli spazi interdentali più inaccessibili.

Infine, si mette in atto la ​lucidatura dei denti​, tecnica grazie alla quale si riduce il rischio di infiammazioni gengivali.

Questa ​visita di rimozione ​è consigliata ​ogni 6-18​ mesi, a seconda della situazione clinica del paziente, soprattutto in base alla rapidità di sviluppo e deposito del tartaro, fattore molto personale.

Contattaci per un consulto gratuito e senza impegno.

Come eliminare il tartaro a casa

Come abbiamo detto inizialmente il tartaro non si può rimuovere con il classico spazzolino da denti attraverso la classica igiene orale.

Essendo un elemento molto duro e attaccato fortemente al dente deve essere rimosso con appositi strumenti molto spesso durante l’igiene orale dal dentista o dall’igienista dentale.

Abbiamo realizzato un articolo sui consigli per la detartrasi da fare a casa che puoi leggere nell’articolo sottostante.

➡ Vuoi approfondire :Pulizia dei denti: consigli per la detartrasi fai da te