Il mal di denti è un dolore difficile da ignorare. Compare all’improvviso, spesso nei momenti meno opportuni, e può trasformare una giornata normale in un’esperienza insopportabile. È un tipo di fastidio che non si limita alla bocca: si irradia alla testa, alla mandibola, all’orecchio, e a volte diventa così intenso da impedirci di dormire, mangiare o anche solo concentrarci.
Ma oltre al dolore fisico, c’è un lato più silenzioso: il disagio psicologico. Chi soffre spesso di mal di denti può sviluppare ansia, timore del dentista o una vera e propria paura cronica legata al dolore. È una condizione che incide sulla qualità della vita, sulle relazioni e persino sull’autostima.
Il dolore dentale ha cause precise: spesso è legato a un’infiammazione del nervo nella polpa dentale o a uno stimolo doloroso delle gengive, ma può nascondere problemi più complessi che vanno diagnosticati con attenzione.
In questo articolo, assieme al Dott. Giuseppe Genzano, medico dentista esperto in odontoiatria conservativa e chirurgica, scopriamo le cause più comuni del mal di denti, i segnali da non sottovalutare e le soluzioni per affrontarlo in modo efficace e duraturo.
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Cos’è il mal di denti
Il mal di denti, noto in medicina con il termine odontalgia, è una condizione dolorosa che coinvolge uno o più elementi dentari. Si tratta di un disturbo comune ma complesso, che può manifestarsi con diverse intensità e caratteristiche, a seconda della causa che lo ha originato.
Il dolore può insorgere in modo improvviso, con fitte acute e pulsanti, oppure essere più lieve ma continuo, spesso accentuato da stimoli esterni come il caldo, il freddo o la masticazione. In molti casi, il fastidio parte da un singolo dente ma può rapidamente estendersi ai tessuti gengivali, ai denti vicini e perfino all’osso alveolare, la struttura che sostiene il dente nella mascella o nella mandibola.
Il dolore dentale è provocato dalla stimolazione delle terminazioni nervose contenute nella polpa dentale, una zona interna al dente ricca di vasi sanguigni e fibre nervose. Quando questa area viene infiammata o compressa, il sistema nervoso invia segnali di allarme sotto forma di dolore, che può diventare molto intenso e difficile da gestire senza l’intervento di uno specialista.
È importante sapere che il mal di denti non è una malattia, ma un sintomo. Può derivare da carie, gengivite, parodontite, traumi, infezioni o anche da disturbi occlusali. Per questo motivo, una diagnosi accurata è essenziale per individuare la causa e intervenire con il trattamento più adatto.
Cause del mal di denti
Il mal di denti non è una malattia in sé, ma un sintomo che segnala la presenza di una o più patologie a carico del cavo orale. Le cause possono essere molteplici e di natura infettiva, traumatica o infiammatoria. Comprendere l’origine del dolore è essenziale per impostare una diagnosi corretta e scegliere il trattamento più indicato.
Una delle cause più comuni è l’infiammazione della polpa dentale, ovvero la parte centrale del dente, ricca di terminazioni nervose. Questa condizione, nota come pulpite, può insorgere in seguito a carie profonde, infezioni batteriche o traumi.
Altre condizioni che possono infiammare la polpa includono lo scorretto uso dello spazzolino, un’accumulo eccessivo di placca batterica, la presenza di tartaro oppure un uso improprio del filo interdentale. In alcuni casi, anche una lesione del dente (dente scheggiato o fratturato) può provocare dolore, soprattutto durante la masticazione di cibi duri.
Tra le cause infettive più frequenti troviamo:
- Ascesso dentale: raccolta di pus causata da un’infezione profonda nei tessuti periapicali;
- Alveolite: infiammazione dell’alveolo post-estrattivo, spesso molto dolorosa;
- Ciste dentale: lesione infiammatoria o infettiva che si forma in prossimità dell’apice radicolare;
- Granuloma apicale: infiammazione cronica all’estremità della radice del dente;
- Gengivite e parodontite: malattie gengivali che possono danneggiare progressivamente l’osso e i tessuti di supporto del dente.
Un’altra causa molto diffusa è l’ipersensibilità dentinale, che si manifesta quando i tubuli della dentina – la parte sottostante lo smalto – rimangono esposti. Secondo la teoria idrodinamica di Brannstrom, il movimento dei fluidi all’interno dei tubuli stimola i nervi della polpa, causando dolore acuto e transitorio. Questa condizione può derivare da recessione gengivale o da un’eccessiva abrasione dello smalto.
Inoltre, il bruxismo (digrignamento involontario dei denti), lo stress, le scottature da cibi troppo caldi, la sinusite e persino alcuni disturbi cardiaci possono causare dolore riflesso nella zona dentale.
Vista la varietà delle possibili origini, è fondamentale rivolgersi tempestivamente a uno specialista per valutare la situazione clinica con un esame approfondito. Solo una diagnosi precisa può portare a un trattamento efficace e risolutivo.
Dente scheggiato: quando il trauma si trasforma in dolore
Un dente scheggiato può essere la conseguenza di una caduta, di un trauma sportivo o anche del bruxismo. Anche una carie profonda può indebolire la struttura dentale fino a causarne la frattura parziale. I sintomi sono spesso lievi inizialmente, ma non vanno sottovalutati: dolore durante la masticazione, sintomi da sensibilità termica (ad esempio con alimenti freddi o caldi) e fastidi localizzati che peggiorano con il passaggio della lingua sul dente lesionato.
Frattura dentale: dolore e infiammazione diffusi
Quando la frattura di un dente è più estesa, i sintomi diventano più importanti. Il paziente può avvertire dolore acuto alla masticazione, gonfiore gengivale e sintomi da sensibilità anche in assenza di carie. In casi gravi, se la frattura interessa la polpa dentale, si può sviluppare una risposta infiammatoria con rischio di ascesso e infezione locale.
Ipersensibilità dentinale: dolore improvviso e transitorio
L’ipersensibilità dei denti si manifesta con dolore improvviso e pungente, spesso legato al consumo di cibi freddi, dolci o acidi, oppure durante lo spazzolamento. La causa è l’esposizione della dentina, una struttura sottostante lo smalto che contiene migliaia di tubuli microscopici collegati alle fibre nervose. Questa esposizione può derivare da recessione gengivale o da erosione dello smalto per motivi meccanici o chimici.
Dolore da eruzione dentale nei bambini
La dentizione nei neonati è un processo naturale ma spesso doloroso. I primi denti da latte compaiono tra i 4 e i 7 mesi e possono causare gonfiore gengivale, irritabilità, salivazione eccessiva e dolore alla pressione nella zona di eruzione. Questo processo si conclude generalmente entro i 26-30 mesi.
Dolore da caduta o perdita di un dente
La caduta di un dente da latte, fisiologica nei bambini tra i 5 e i 14 anni, può causare infiammazione locale, sanguinamento lieve e dolore temporaneo. Diverso è il caso della perdita di un dente permanente, che può derivare da parodontite avanzata, traumi o necrosi del tessuto pulpare. In questi casi, il paziente può accusare dolore, gonfiore gengivale e sanguinamento progressivo.
Cause extra-dentali del mal di denti
Non sempre il dolore ai denti ha origine diretta nella bocca. Alcune condizioni sistemiche o neurologiche possono irradiare dolore nella zona dentale. Tra queste vi sono:
- Angina pectoris o infarto del miocardio, con dolore irradiato alla mandibola;
- Sinusite mascellare, che causa pressione sui molari superiori;
- Nevralgia del trigemino, caratterizzata da fitte dolorose improvvise;
- Otite media, che può causare dolore riflesso alla mascella;
- Stress cronico, che può indurre tensione muscolare e serrare i denti anche inconsapevolmente.
Per questa ragione è essenziale eseguire una valutazione clinica accurata e multidisciplinare, specialmente nei casi in cui il dolore dentale si presenti in assenza di patologie evidenti del cavo orale.
I sintomi del mal di denti
Il mal di denti e i dolori da esso derivati possono colpire indistintamente persone di qualsisi età o sesso.
Come abbiamo visto il dolore può essere stimolato dalla presenza di carie, traumi oppure da un eccessiva sensibilità al caldo e al freddo.
I sintomi che si associano molto spesso al mal di denti sono:
- Ipersensibilità al caldo o freddo
- Dolore durante la masticazione
- Sanguinamento gengivale
- Gengive gonfie e infiammate
- Pus intorno alla gengiva
- Ascesso dentale o gengivale
- Questi sono i sintomi che spesso si ricollegano a carie, gengiviti e parodontiti.
Rimedi al mal di denti
Per tanti pazienti il dolore dovuto dal mal di denti è veramente insopportabile, molto spesso si presenta come una sensazione pulsante che prende anche le zone limitrofe arrivando fino alla testa.
Quando il mal di denti diventa atroce possiamo ricorrere ad alcuni rimedi per attenuarlo o farlo passare, vediamo quali sono quelli più efficaci e consigliati:
- Spazzolare i denti delicatamente e spesso;
- Effettuare degli sciacqui con un colluttorio non aggressivo, meglio alla clorexidina;
- Utilizza l’acqua tiepida per lavare i denti;
- Passare delicatamente e spesso il filo interdentale;
- Applicare impacchi alla malva o alla propoli;
- Applica del ghiaccio sulla zona colpita
Cosa prendere per il mal di denti?
Quando il mal di denti diventa acuto, uno dei primi interventi possibili è di tipo farmacologico, mirato ad attenuare il dolore e, quando necessario, contrastare eventuali infezioni. Tuttavia, è fondamentale ricordare che i farmaci agiscono sui sintomi, ma non risolvono la causa del problema. Per questo motivo, consultare il proprio dentista resta sempre il primo passo da compiere.
I principali rimedi farmacologici per il dolore dentale includono:
- FANS (Farmaci Antinfiammatori Non Steroidei): come ibuprofene, naproxene o acido acetilsalicilico. Sono utili per ridurre l’infiammazione e alleviare il dolore, ma non curano la causa del disturbo. È importante evitare l’uso dell’acido acetilsalicilico nei bambini sotto i 12 anni.
- Antibiotici: da assumere solo su prescrizione medica. Le penicilline ad ampio spettro, come l’amoxicillina, sono spesso indicate per le infezioni odontogene. Nei casi più complessi, che coinvolgono anche tessuti molli o osso, possono essere prescritte cefalosporine o altri antibiotici specifici.
- Anestetici locali: come la lidocaina, utilizzata in crema, spray o per iniezione, per un sollievo temporaneo e mirato, in attesa del trattamento definitivo.
- Disinfettanti orali e collutori antibatterici: la clorexidina, in forma di collutorio o gel, è molto efficace nel controllo della carica batterica e nell’attenuare l’infiammazione gengivale.
Se stai considerando l’assunzione di un antibiotico per il mal di denti, ti consigliamo di leggere prima la nostra guida completa: Antibiotico per il mal di denti? La guida definitiva.
Ricorda: nessun contenuto online può sostituire il parere diretto di uno specialista. Se il dolore persiste o peggiora, rivolgiti al tuo dentista di fiducia o prenota una visita presso il nostro centro per ricevere una diagnosi accurata e un trattamento mirato.
Cosa fare se il mal di denti è molto forte
Un forte mal di denti può diventare insopportabile e compromettere ogni attività quotidiana, dal sonno alla concentrazione. In questi casi, è fondamentale intervenire subito per alleviare il dolore, ma anche evitare che la situazione peggiori. Sebbene i rimedi casalinghi possano offrire un sollievo temporaneo, è essenziale comprendere che nessun trattamento fai-da-te può sostituire una visita odontoiatrica.
Se il dolore è intenso e persistente, ecco cosa puoi fare nell’attesa di recarti dal dentista:
- Detersione delicata della bocca: utilizza lo spazzolino con setole morbide e passa delicatamente il filo interdentale per rimuovere eventuali residui di cibo incastrati tra i denti. In molti casi, anche un piccolo frammento alimentare può generare irritazione e peggiorare il dolore.
- Assunzione di analgesici da banco: farmaci come ibuprofene o paracetamolo possono aiutare a ridurre temporaneamente l’intensità del dolore. È importante seguire sempre le dosi consigliate e prestare attenzione a eventuali controindicazioni. Questi farmaci agiscono sui sintomi, ma non risolvono la causa sottostante.
- Applicazione di anestetici locali: in alcuni casi può essere utile l’applicazione di gel a base di lidocaina, un anestetico locale. Tuttavia, questo tipo di trattamento va utilizzato solo sotto consiglio medico, poiché potrebbe mascherare un problema più serio.
- Impacchi freddi: applica una borsa di ghiaccio avvolta in un panno sulla guancia, in corrispondenza dell’area dolorante. Il freddo può contribuire a ridurre infiammazione e gonfiore, offrendo un sollievo parziale e temporaneo.
- Evita cibi e bevande caldi o freddi: temperature estreme possono stimolare le fibre nervose sensibili e peggiorare la sintomatologia. Scegli cibi tiepidi e morbidi per non sollecitare ulteriormente la zona interessata.
- Sospendi l’assunzione di alimenti duri o appiccicosi: masticare cibi croccanti o gommosi può esercitare pressione sul dente dolente e aggravare il dolore. Meglio optare per una dieta morbida finché il problema non viene risolto.
Ricorda che il mal di denti forte è sempre un campanello d’allarme. Se non trattato, può evolvere in complicanze più gravi come infezioni profonde, ascessi o danni ai tessuti circostanti.
Qual è il miglior antidolorifico per il mal di denti?
Quando il mal di denti è particolarmente intenso, tanto da interferire con il riposo, l’alimentazione o la vita quotidiana, può essere necessario ricorrere a farmaci analgesici più forti. Tra i antidolorifici più efficaci per il dolore dentale grave troviamo i medicinali a base di codeina e tramadolo, due principi attivi appartenenti alla classe degli oppioidi.
Codeina: si tratta di un derivato della morfina, utilizzato nel trattamento del dolore di entità moderata. La codeina è spesso combinata con paracetamolo per potenziarne l’effetto analgesico. È un farmaco che agisce direttamente sul sistema nervoso centrale, riducendo la percezione del dolore. Tuttavia, il suo utilizzo deve essere limitato nel tempo, poiché può causare dipendenza e effetti collaterali, come nausea, sonnolenza o stitichezza.
Tramadolo: è un analgesico ad azione doppia. Oltre a comportarsi come agonista degli oppioidi, agisce anche come inibitore della ricaptazione di serotonina e noradrenalina, neurotrasmettitori coinvolti nella modulazione del dolore. Il tramadolo è indicato nei casi di dolore dentale acuto e resistente ai comuni antinfiammatori, ma va utilizzato con cautela, sotto stretto controllo medico, e solo quando altri farmaci non sono sufficienti.
È importante sapere che questi antidolorifici per mal di denti molto forte richiedono prescrizione medica. Vanno assunti solo per brevi periodi e seguendo scrupolosamente le indicazioni riportate sulla ricetta, per ridurre al minimo il rischio di assuefazione e complicanze.
Per situazioni meno gravi, si possono valutare farmaci da banco come ibuprofene, naproxene o paracetamolo, ma se il dolore persiste o peggiora è fondamentale rivolgersi a un dentista per una diagnosi completa e un trattamento risolutivo.
Se soffri di un mal di denti intenso e vuoi saperne di più sulla terapia con antibiotici, puoi leggere la nostra guida approfondita: Antibiotico per il mal di denti? La guida definitiva.
Quando e perché serve il dentista?
Prevenire è meglio che curare ma purtroppo non è sempre possibile.
Quando si soffre di mal di denti forte è sempre bene rivolgersi al proprio dentista di fiducia per risolvere il problema.
È opportuno non trascurare mai il dolore dentale, soprattutto quando il mal di denti è di natura infettiva in quanto i tessuti dentali non possono guarire da soli.
In che modo può intervenire il dentista
Il mal di denti viene curato con interventi differenti a seconda del suo fattore di origine.
Prima di intervenire il dentista procederà ad effettuare una diagnosi per capire quali sono le cause del dolore così da procedere con una cura efficace e precisa.
Come abbiamo già visto il mal di denti può avere un’origine da: un infezione (carie dentale, pulpite, ascesso ecc), traumi, una scorretta igiene orale, bruxismo, stress ecc.
Vediamo assieme quali sono gli interventi possibili a seconda dell’origine del mal di denti.
Mal di denti dovuto a… | Tipologia di intervento del dentista |
Carie di media e lieve entità | Otturazione dentale |
Carie grave che ha danneggiato la polpa dentale | Devitalizzazione e ricostruzione del dente |
Pulpite grave | Estrazione dentale |
Denti rotti | Ricostruzione del dente |
Bruxismo | Solitamente si ricorre all’utilizzo del bite notturno |
Ascesso dentale | Cura antibiotica e rimozione del pus |
Ipersensibilità dentinale | Cura antibiotica e antinfiammatori |
Estrazione Dentale | Il dolore passa dopo alcuni giorni ma si può ricorrere a una cura antibiotica e ad antidolorifici |

Medico Chirurgo e Odontoiatra si è laureato all’università di Firenze. Iscritto all’ordine dei medici di Firenze con iscrizione nr. FI-167 si occupa nella pratica clinica di implantologia e ortodonzia digitale.