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Pubblicato: sabato 03.08.2024.

Antibiotico Mal di Denti e Ascesso Dentale: Quale Scegliere e Quando Prenderlo

antibiotico per il mal di denti

Il mal di denti può trasformarsi in un vero incubo, specialmente quando si presenta improvvisamente, magari durante la notte o in momenti in cui trovare un dentista disponibile sembra impossibile.

In alcuni casi, gli analgesici comuni non bastano per alleviare il mal di denti. Una terapia antibiotica può essere consigliata, e talvolta indispensabile, ma sempre dopo aver consultato il proprio dentista. L’associazione tra “antibiotico e denti” è frequente in presenza di ascesso dentale, parodontite, infiammazioni gengivali o in seguito a interventi chirurgici.

In queste situazioni, è naturale chiedersi quale sia il miglior antibiotico per il mal di denti.

Va precisato che questo articolo non intende promuovere l’automedicazione. Una corretta terapia antibiotica deve essere prescritta e monitorata da un medico per ridurre al minimo i rischi di effetti collaterali e massimizzare i benefici nel minor tempo possibile. Consultare il proprio medico prima di iniziare qualsiasi trattamento antibiotico è fondamentale.

Sebbene non sempre necessario, un trattamento antibiotico è spesso la scelta migliore per combattere le infezioni orali. Ma quale antibiotico scegliere e come usarlo senza controindicazioni? Consultare un professionista è sempre il primo passo.

In questo articolo con l’aiuto del dott. Giuseppe Genzano, esperto dentista presso la clinica Ireos Dental, esamineremo quale antibiotico sia più indicato per il mal di denti e per il trattamento degli ascessi dentali.

Se soffri di un forte mal di denti e hai bisogno di un dentista esperto, contatta lo studio dentistico Ireos Dental. Puoi fissare un appuntamento chiamando il numero +39 370 36 55 374 o inviando una mail a info@clinicaireos.com. Siamo operativi dal lunedì al venerdì, dalle 9:00 alle 20:00. Presso il nostro studio dentistico riceverai l’assistenza e le cure necessarie per tornare a sorridere serenamente.

Antibiotico per il mal di denti: quale scegliere

Molti si domandano se esistono davvero degli antibiotici che funzionano meglio di altri per il mal di denti. La risposta? Certo!

Ci sono alcuni tipi di farmaci come alcune classi di penicilline e macrolidi (due tipi di antibiotici) che tendono a concentrarsi a livello osseo, in genere una problematica dolorosa a carico dei denti è infatti dovuta ad un’infezione che si sviluppa a carico dei tessuti dentali o di supporto del dente e che crea in qualche modo sempre un danno osseo, meglio quindi affidarsi a farmaci che si concentrano maggiormente nel tessuto osseo.

Vediamo ora quali sono i migliori farmaci per il mal di denti:

  • Penicilline: le penicilline sono stati i primi farmaci antibiotici scoperti e grazie alla loro azione a largo spettro che agisce sia su batteri Gram-positivi che su batteri Gram-negativi sono efficacemente utilizzate in ambito odontoiatrico anche grazie alla loro marcata attitudine a localizzarsi a livello osseo.
    I farmaci maggiormente utilizzati sono Augmentin, Zimox e Velamox (principio attivo amoxicillina).
  • Macrolidi: i macrolidi sono una classe antibiotica molto usata in odontoiatria, vengono però considerati spesso antibiotici di “seconda scelta” poiché meno efficaci delle penicilline e più lenti nell’andare a sviluppare un’azione tossica nei confronti dei batteri. Questi antibiotici hanno infatti un’azione batteriostatica in quanto alterano la sintesi proteica batterica a differenza delle penicilline, che hanno invece un’azione tossica diretta nei confronti dei batteri in quanto alterano la funzionalità della membrana esterna della cellula batterica provocandone la morte cellulare.  I farmaci maggiormente utilizzati in ambito clinico sono Klacid e Macladin, entrambi farmaci a base di claritromicina.
  • Cefalosporine: le cefalosporine sono una classe di antibiotici molto efficace nel trattare le infezioni dei tessuti molli oltre che di ossa e articolazioni e proprio grazie a questa caratteristica vengono frequentemente usate in odontoiatria per trattare soprattutto le infezioni sostenute da batteri Gram-positivi.
    A causa della loro scarsa azione sui batteri Gram-negativi le cefalosporine vengono spesso usate come antibiotico di seconda scelta.
    I farmaci maggiormente utilizzati sono: Rocefin (ceftriaxone), Glazidim (ceftazidima) e Cepim (cefepima).

Miglior antibiotico per ascesso dentale

L’ascesso dentale è rigonfiamento pieno di pus che causa un forte mal di denti.

Il pus presente all’interno dell’ascesso è costituito da batteri, globuli, bianchi, plasma e detriti cellulari, si presenta come un liquido denso e di colore giallo ed è il risultato di un’infezione batterica che ha colpito il dente.

Quando si verifica in uno stato avanzato il dolore può essere veramente insopportabile e richiede una cura immediata.

Per questo motivo più di 1000 persone al mese cercano su Google qual’è il miglior antibiotico per ascesso dentale.

Vediamo cosa è importante sapere quando si vuole prendere un antibiotico per infezione dentale dovuta a un ascesso.

L’antibiotico più utilizzato per curare l’ascesso dentale è l’Amoxicillina (tipo Velamox o Zimox), un farmaco ideale per uomini, donne e bambini di tutte le età.

L’Amoxicillina può essere presa anche dalle donne incinte o in fase di allattamento, ricordiamo che è importante rivolgersi al proprio medico prima di prendere un medicinale.

L’antibiotico è in forma di pastiglie, viene preso per bocca sia a stomaco pieno che vuoto.

Tra i migliori antibiotici per curare l’ascesso dentale troviamo anche l’Augmentin, il quale consente di curare l’ascesso in uno stadio avanzato dove è presente un grande gonfiore della parte interessata.

L’Augmentin unisce l’azione dell’amoxicillina con quella dell’acido clavulanico.

Quando si usano gli antibiotici

Si ricorre agli antibiotici per combattere le infezioni batteriche che non possono essere risolte esclusivamente attraverso trattamenti dentali standard. Vediamo in quali situazioni specifiche si rende necessario l’uso degli antibiotici.

  • Ascessi dentali: Questi sono accumuli di pus causati da un’infezione batterica, spesso localizzati alla radice di un dente o tra i denti e la gengiva. Gli ascessi possono causare dolore intenso e richiedono un intervento immediato per evitare la diffusione dell’infezione.
  • Post-estrazione dentale: Dopo l’estrazione di un dente, specialmente se è stata complicata, può svilupparsi un’infezione. Gli antibiotici sono utilizzati per prevenire o trattare queste infezioni, garantendo una guarigione adeguata e senza complicazioni.
  • Infezioni gengivali: Condizioni come la parodontite, una forma grave di malattia gengivale, possono richiedere l’uso di antibiotici. Queste infezioni colpiscono non solo le gengive ma possono estendersi anche alle strutture di supporto dei denti.
  • Infezioni dell’osso mascellare: In casi rari, un’infezione può diffondersi all’osso mascellare, richiedendo un trattamento antibiotico per controllare l’infezione e prevenire ulteriori danni.
  • Pulpite acuta: Questa condizione si verifica quando la polpa dentale, la parte centrale del dente che contiene nervi e vasi sanguigni, diventa infiammata. La pulpite acuta può causare un dolore intenso e spesso insopportabile. Gli antibiotici possono essere prescritti per gestire l’infezione batterica associata e ridurre il rischio di ulteriori complicazioni.
  • Carie dentale avanzata: Sebbene nelle fasi iniziali le carie possano essere trattate senza antibiotici, nelle fasi avanzate, quando l’infezione raggiunge la polpa dentale, può essere necessario l’uso di antibiotici per controllare l’infezione e prevenire la sua diffusione.
  • Granuloma Dentale: Questa è una forma di infezione cronica che si sviluppa alla punta della radice del dente. Un granuloma può rimanere asintomatico per lungo tempo, ma quando si attiva, può causare dolore e gonfiore. In questi casi, gli antibiotici sono spesso utilizzati per trattare l’infezione e prevenire ulteriori danni ai tessuti circostanti.

Differenze tra antibiotici e FANS

È fondamentale comprendere la distinzione tra due categorie di farmaci comunemente prescritti: gli antibiotici e i FANS.

Gli antibiotici sono agenti terapeutici specificamente progettati per combattere le infezioni causate da batteri. Il loro meccanismo d’azione si basa sull’eliminazione dei batteri patogeni o sull’ostacolo alla loro moltiplicazione. Questo li rende strumenti essenziali nel trattamento di varie infezioni batteriche, dalle più comuni alle più complesse.

D’altra parte, i FANS, acronimo di Farmaci Anti-infiammatori Non Steroidei, hanno un ruolo diverso. Questi farmaci sono impiegati principalmente per alleviare il dolore e diminuire l’infiammazione. Agiscono interferendo con la produzione di prostaglandine, molecole chiave nel processo infiammatorio e nella generazione del dolore. I FANS sono quindi spesso prescritti per condizioni come l’artrite, i dolori mestruali, e altre situazioni in cui il dolore e l’infiammazione sono presenti.

È importante sottolineare che i FANS non esercitano alcun effetto diretto sulle infezioni batteriche. Non possono, quindi, sostituire gli antibiotici nel trattamento di tali infezioni. Tuttavia, in alcuni casi, come nelle infezioni dentali, possono essere utilizzati in combinazione con gli antibiotici. In queste situazioni, gli antibiotici affrontano l’infezione batterica, mentre i FANS contribuiscono a gestire il dolore e l’infiammazione associati.

Come agiscono gli antibiotici

Tutte le classi di antibiotici agiscono interferendo con i meccanismi di replicazione batterica e impedendo ai batteri che causano un’infezione di replicarsi e proliferare (azione batteriostatica) oppure andando a danneggiare in modo diretto le cellule batteriche (azione battericida).

Chiaramente quando i batteri entrano a contatto con una molecola antibiotica cercano in qualche modo di difendersi producendo delle molecole in grado di inattivare i farmaci.

Proprio per questo motivo è importante che quando si inizia una terapia antibiotica, questa sia portata avanti per un periodo minimo di 5-6 giorni, solo mantenendo un’alta concentrazione di farmaco nel sangue saremo infatti in grado di eliminare tutti i batteri responsabili dell’infezione.

Se invece decidiamo di interrompere precocemente la terapia antibiotica i batteri sopravvissuti saranno in grado di replicarsi e sviluppare quella che si chiama antibiotico resistenza, cioè un processo attraverso il quale i batteri diventano immuni all’uso di quel tipo di antibiotico, che quindi non farà più effetto una seconda volta in caso di infezione, anche a distanza di tempo!
Ricordiamoci quindi di non interrompere mai una terapia antibiotica, a meno che non sia espressamente il medico a consigliarlo.

Dopo quanto fa effetto l’antibiotico per il mal di denti?

omprendere quando e come iniziano a fare effetto gli antibiotici può aiutare a gestire meglio le aspettative durante il trattamento del mal di denti.

Scopi preventivi degli antibiotici

In ambito odontoiatrico, gli antibiotici vengono spesso prescritti a scopo preventivo prima di interventi chirurgici. Ad esempio, un antibiotico può essere somministrato 24 ore prima di un’estrazione dentale per prevenire infezioni post-operatorie. In questi casi, il paziente potrebbe non percepire gli effetti dell’antibiotico, poiché il suo scopo principale è quello di prevenire complicazioni invisibili ma potenzialmente gravi.

Scopi terapeutici degli antibiotici

Quando si tratta di uso terapeutico, gli antibiotici vengono impiegati per trattare infezioni esistenti, come:

  • Ascessi dentali
  • Denti del giudizio infetti
  • Pulpite acuta
  • Carie dentale avanzata
  • Granuloma

Tempi di risposta degli antibiotici

Il tempo di risposta degli antibiotici può variare notevolmente a seconda della gravità dell’infezione e della risposta individuale del paziente al farmaco:

  1. Risposta Immediata: In alcuni casi meno gravi, l’effetto dell’antibiotico può essere percepito quasi immediatamente, entro circa mezz’ora dall’assunzione. Questo è comune per infezioni superficiali o iniziali.
  2. Risposta Lenta: Per infezioni più serie, potrebbe volerci qualche ora prima che il paziente inizi a notare un miglioramento dei sintomi. Questo intervallo permette al farmaco di raggiungere livelli terapeutici efficaci nel sangue e nei tessuti affetti.
  3. Risposta a Lungo Termine: In situazioni particolarmente gravi, come ascessi profondi o infezioni croniche, potrebbe essere necessario un periodo di diversi giorni prima che si noti un significativo miglioramento. Durante questo tempo, è cruciale continuare la terapia come prescritto senza interromperla prematuramente.

Uso di antidolorifici in associazione

Spesso, gli antibiotici vengono usati in combinazione con antidolorifici per gestire meglio i sintomi. Mentre l’antibiotico lavora per eliminare l’infezione, l’antidolorifico può fornire sollievo immediato dal dolore intenso. Questa combinazione è particolarmente utile in casi di:

  • Dolore insopportabile nonostante la terapia antibiotica
  • Gonfiore e infiammazione delle zone circostanti

Usare gli antibiotici in gravidanza o allattamento

Durante la gravidanza e l’allattamento, l’uso di antibiotici deve essere attentamente considerato e sempre supervisionato da un medico. La sicurezza del feto o del neonato è di primaria importanza, e alcuni antibiotici possono avere effetti negativi significativi.

Antibiotici in gravidanza

L’assunzione di antibiotici in gravidanza deve essere valutata con estrema cautela. Uno degli antibiotici da evitare assolutamente sono le tetracicline. L’uso di tetracicline durante la gravidanza può causare macchie permanenti sui denti del nascituro, portando a denti gialli o marroni. Questi effetti collaterali possono compromettere lo sviluppo dentale del bambino.

Altri antibiotici che devono essere evitati includono quelli che possono attraversare la barriera placentare e avere effetti teratogeni, ossia che possono causare malformazioni nel feto. Pertanto, è fondamentale consultare un medico prima di assumere qualsiasi antibiotico durante la gravidanza.

Antibiotici durante l’allattamento

Anche durante l’allattamento, l’uso di antibiotici deve essere gestito con attenzione. Alcuni antibiotici possono essere trasferiti al neonato attraverso il latte materno, potenzialmente causando reazioni avverse o influenzando negativamente lo sviluppo del bambino.

Le neo-mamme devono informare il proprio medico e il farmacista della loro condizione di allattamento. In questo modo, possono essere suggerite alternative più sicure e adatte per il trattamento delle infezioni senza rischiare la salute del neonato.

Antibiotici senza prescrizione medica

In situazioni di dolore acuto, può essere tentante cercare soluzioni rapide su internet per alleviare il mal di denti con antibiotici. Tuttavia, questa pratica è spesso dannosa, poiché l’antibiotico scelto potrebbe essere inadatto e inefficace. Inoltre, un dosaggio errato potrebbe non riuscire a debellare l’infezione o, peggio, risultare tossico per l’organismo.

Il farmacista, in casi di estrema necessità e urgenza, è autorizzato a vendere antibiotici senza prescrizione medica, come stabilito dal DECRETO 31 marzo 2008 del MINISTERO DELLA SALUTE, pubblicato sulla gazzetta ufficiale. Secondo l‘Art.1 del decreto, il farmacista può fornire un medicinale senza prescrizione medica, indicando al paziente la posologia e le modalità d’uso corrette. È anche possibile richiedere un farmaco generico equivalente, che contiene lo stesso principio attivo del farmaco di marca ma a un prezzo inferiore, grazie alla differenza negli eccipienti.

Quando si inizia una terapia antibiotica, è fondamentale non interromperla prima di 5-6 giorni, in quanto ogni farmaco ha un dosaggio specifico che deve essere adeguato alla gravità dell’infezione e alle condizioni cliniche del paziente.

Esaminiamo quindi i dosaggi per i farmaci di uso più comune, tenendo presente che questi devono sempre essere personalizzati in base alla gravità dell’infezione e alle specifiche condizioni del paziente.

Dosaggi degli antibiotici in odontoiatria

Augmentin-Zimox-Velamox: il principio attivo di questi farmaci è l’amoxicillina, questa molecola è una penicillina molto comunemente utilizzata in ambito odontoiatrico.

L’amoxicillina si assume in genere in associazione con l’acido clavulanico che è un composto che tende a limitare la produzione di enzimi inattivanti l’amoxicillina da parte dei batteri. Generalmente si assumono due compressa da un grammo al giorno a distanza di 12 ore l’una dall’altra. E’ indifferente assumere l’antibiotico a stomaco pieno o vuoto.

Klacid-Macladin: il principio attivo di questi farmaci è la claritromicina. Questa classe di antibiotici in genere viene riservata a tutti quei pazienti che presentano una forma di allergia verso le penicilline. I dosaggi teerapeutici pevedono l’assunzione di due compresse da 250 mg da assumersi a 12 ore di distanza l’una dall’altra. E’ indifferente assumere il medicinale a stomaco vuoto o stomaco pieno in quanto l’assorbimento risulta lo stesso.

Antibiotico o anti infiammatorio?

Iniziamo col dire che antibiotici e antinfiammatori sono farmaci molto diversi tra loro che si usano per scopi diversi: l’antibiotico agisce contro i batteri responsabili di un’infezione, l’antinfiammatorio agisce riducendo l’infiammazione e attenuando una sensazione dolorosa.

Molto spesso in caso di infezione il proprio dentista può prescrivere, insieme ad una terapia antibiotica, una terapia antinfiammatoria/antidolorifica proprio per controllare il dolore associato all’infezione.

Può però non avere senso fare il contrario, pensiamo per esempio al dolore associato all’eruzione di un dente del giudizio, se questo non presenta infezione ha senso prendere un antinfiammatorio ma un antibiotico non è necessario.

Antibiotici omeopatici

Spesso ci sentiamo chiedere se esistono antibiotici naturali o omeopatici. La risposta purtroppo è no. Laddove c’è un’infezione batterica in corso infatti un semplice rimedio naturale non risulta efficace nell’andare a debellare l’infezione presente.

Esistono tuttavia numerosi rimedi naturali utilissimi a prevenire una situazione infettiva, ricordiamo ad esempio l’uso del ghiaccio come crioterapia per favorire la diminuzione del gonfiore, l’uso di un infuso di chiodi di garofano che viene usato per le sue proprietà anestetizzanti utili in caso di dolore, gli olii essenziali, il gel di aloe vera utile per favorire i processi di cicatrizzazione tissutale e il propoli e l’echinacea che fortificano l’organismo stimolando il sistema immunitario in modo del tutto naturale.

Ricordiamo che la migliore cura e prendersi cura dei propri denti attraverso la prevenzione e una corretta igiene orale.

Bibliografia E Fonti

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