Per chi porta una dentiera mobile, la mancanza di denti stabili non è solo un problema funzionale, ma anche una fonte di disagio psicologico. Ogni pasto può trasformarsi in una sfida e ogni conversazione in un motivo di imbarazzo. La paura che la dentiera possa muoversi o addirittura cadere compromette la fiducia in se stessi, rendendo difficile sorridere in pubblico o godere appieno della vita sociale.
Fortunatamente, l’implantologia a bottone offre una soluzione rivoluzionaria a questi problemi. Questa tecnica avanzata consente di stabilizzare le protesi mobili, eliminando il bisogno di paste adesive e garantendo una tenuta sicura grazie a viti in titanio e attacchi a sfera. Non si tratta solo di migliorare la masticazione, ma di restituire dignità e sicurezza a chi, da troppo tempo, vive nell’ombra del proprio sorriso. Con l’implantologia a bottone, ritrovare la gioia di mangiare e parlare senza preoccupazioni è finalmente possibile, migliorando sia la qualità della vita che l’autostima dei pazienti.
In questo articolo assieme al Dott. Giuseppe Genzano, dentista esperto presso la clinica Ireos Dental, vediamo nel dettaglio cos’è l’implantologia a bottone, che problemi risolve, quali sono i tipi di protesi dentali e quanto costa adottare questa soluzione.
Se desideri ricorrere all’impantolgia a bottone puoi rivolgerti allo studio dentistico Ireos dental di Firenze e al Dott. Giuseppe Genzano. Per fissare un visita puoi contattarci al +39 370 36 55 374 o inviarci una mail a info@clinicaireos.com. Siamo operativi dal lunedì al venerdi dalle ore 9:00 alle ore 20:00.
Indice
Cos’è la protesi dentale mobile a bottone
La protesi dentale mobile a bottone, chiamata anche overdenture, è una protesi semifissa che permette la sostituzione dei denti mancanti e rappresenta un’innovazione avanzata nel campo dell’odontoiatria e delle tecniche di implantologia dentale. Questo sistema di sostituzione dei denti mancanti è particolarmente funzionale e semplice, segnando un importante traguardo nella pratica odontoiatrica moderna.
Il processo inizia con l‘impianto chirurgico di sostegni metallici nell’osso mascellare e/o mandibolare. Su questi supporti vengono poi agganciate le protesi dentali, utilizzando un sistema di bloccaggio/sbloccaggio che funziona in maniera simile ai bottoni automatici a pressione.
Questa tecnica di implantologia a bottone, che può essere considerata una sorta di dentiera semifissa, è ideale per chi già utilizza una dentiera mobile e desidera migliorare la stabilità della protesi. Questo metodo permette di ottenere una stabilità paragonabile a quella degli impianti fissi, soddisfacendo sia esigenze estetiche che funzionali.
Tipologie di protesi dentali a bottone
L’implantologia a bottone può essere usata per impianti atti a sostituire un certo numero di denti mancanti: sia che si tratti di ponti dentali (protesi parziali) che di protesi complete.
Anche nel caso di un ponte che rimpiazzi pochi denti, la convenienza pratica di un aggancio a bottone è che non sarà necessario limare o modificare in nessun modo i denti ancora sani e stabili, come verrebbe fatto per un ponte tradizionale, ma la protesi si aggancerà ad un impianto.
Le protesi, sia parziali che totali, possono essere totalmente in resina, o avere parti metalliche che ne diminuiscano l’ingombro senza inficiarne la resistenza; in questo caso si parla di protesi scheletriche.
Anche una protesi mobile totale, quella che chiamiamo comunemente dentiera, si può realizzare (o trasformare) in un elemento di implantologia a bottone.
Cosa comporta mettere una protesi a bottone
La protesi è realizzata in resina, spesso con rinforzi metallici per migliorarne la resistenza. L’installazione degli impianti richiede una procedura chirurgica che prevede:
- Incisione della gengiva
- Foratura dell’osso
- Avvitamento degli impianti
Per un’efficace installazione, è cruciale che il paziente abbia una quantità adeguata di tessuto osseo altrimenti sarà necessario effettuare prima una rigenerazione ossea. Gli impianti devono integrarsi organicamente con l’osso attraverso un processo chiamato osteointegrazione, che può durare da 2 a 6 mesi. Durante questa fase, può essere necessaria una dentiera provvisoria fino alla completa guarigione.
Tipi di attacchi per protesi a bottone
A seconda della conformazione, si possono utilizzare due tipi di attacchi:
- Attacchi a Sfera (o a Pallina): Avvitati su ogni impianto, solitamente installati nell’arcata inferiore dove il tessuto osseo è più duro. Bastano due impianti per sostenere la protesi.
- Attacchi a Barra: Una barra unica che si incastra all’interno della protesi. Questa soluzione offre maggiore stabilità ma rimane fissa in bocca e risulta più complessa da pulire correttamente.
Differenze tra dentiera classica e sistema a bottone
La prima differenza percepita dal paziente sta nel fatto che il sistema di fissaggio è decisamente più sicuro e stabile di qualsiasi gel o pasta o crema adesiva che normalmente si usa per fissare le dentiere mobili.
Ne deriva la possibilità di masticare meglio il cibo e di pronunciare meglio le parole, di non temere che i movimenti della dentiera siano percepibili alla vista dell’interlocutore.
Tecnicamente, invece, riveste una certa importanza il fatto che la dentiera fissata con il sistema a bottone distribuisce le sollecitazioni della masticazione in modo molto più simile a quello che farebbero i denti naturali, sull’osso e non solo sulle mucose, limitando così la regressione e il riassorbimento dell’osso stesso.
Una dentiera, cioè protesi totale mobile, sostenuta e mantenuta in posizione tramite impianti a cui viene “abbottonata“, si chiama anche overdenture.
Passare dalla dentiera mobile al fissaggio con il sistema a bottone
Innanzi tutto è necessaria una procedura chirurgica con cui si vanno ad impiantare i sostegni all’interno dell’osso mascellare.
Alla parte esterna (che spunta dalla gengiva) di ogni sostegno si applica un moncone, tecnicamente definito abutment, di forma solitamente tondeggiante o conica, che avrà una cavità corrispondente nella dentiera e alla quale verrà agganciato mediante pressione.
Proprio come per un bottone automatico si tratta di unire con un “click” la parte dell’adattatore fisso attaccato all’impianto presente nella bocca (“maschio”) all’adattatore corrispondente sulla dentiera (“femmina”), quest’ultimo richiederà una sostituzione periodica.
Gli abutment (monconi/adattatori fissati sugli impianti) possono essere collegati tra loro da una barra metallica, per una maggior stabilità e resistenza, a discrezione dello specialista.
L’implantologia a bottone può essere utilizzata anche adattando le dentiere in resina preesistenti, oppure la protesi totale può essere realizzata da zero, pensata sin dall’inizio per essere fissata con attacchi a bottone, in numero e dimensioni adeguate.
Eventuali controindicazioni dell’implantologia a bottone
I casi in cui non si può utilizzare la tecnica di implantologia a bottone per risolvere i problemi di edentulia (mancanza dei denti) sono limitati e vanno comunque valutati dallo specialista.
Di solito un paziente con malattie o disfunzioni cardiache non può sottoporsi al necessario intervento di impianto, non potendo essere sottoposto facilmente ad anestesia.
L’anestesia che si adotta negli interventi di questo tipo è la cosiddetta “sedazione cosciente“, in cui il paziente resta vigile anche se un mix di farmaci, sedativi, analgesici, ipnotici e anestetici, provocano un senso di profondo rilassamento e una ridotta sensibilità al dolore.
Alcune malattie che colpiscono le ossa possono essere un deterrente, come una grave osteoporosi o alcune forme di cancro.
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In caso di diabete il paziente va monitorato, così come in presenza di malattie autoimmuni o in caso di forti dipendenze da alcol, fumo o droghe.
In caso di osso troppo ridotto e insufficiente, di anomalie della struttura anatomica del seno mascellare, queste andranno corrette prima di eseguire gli impianti.
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Così come andranno curate e risolte condizioni infiammatorie e patologiche delle gengive.
L’età, anche molto avanzata, non pone problemi se le condizioni generali del paziente sono buone.
Procedure e tempi di installazione di una protesi mobile con attacchi a bottone
La prima fase dell’implantologia a bottone è di tipo diagnostico e di pianificazione, tenendo conto di eventuali terapie e/o procedure chirurgiche preliminari necessarie per preparare la cavità orale.
Una accurata visita medica, i metodi di imaging (ecografie, radiografie, tomografie assiali e simili sistemi di diagnostica per immagini), il colloquio con il paziente per raccogliere informazioni generali sulla sua salute (anamnesi), aiutano il dentista a pianificare il piano di trattamento.
Un discorso chiaro dovrà essere fatto con il paziente anche per quanto riguarda le aspettative di quest’ultimo e il budget che intende investire per risolvere il problema dentale.
Otturate eventuali carie, devitalizzati o estratti tutti i denti irrecuperabili, trattate eventuali gengiviti e parodontiti, effettuata una profonda pulizia professionale per l’eliminazione di placca batterica e tartaro, potrebbe essere necessario ricostruire l’osso perché troppo regredito o eliminare del tessuto gengivale iperplastico o, ancora, rigenerare tessuto gengivale scarso o assente in punti critici.
Una volta effettuata la preparazione del cavo orale, si procederà a mettere l’impianto dentale a bottone vero e proprio dei perni all’interno di fori praticati nell’osso.
Il numero dei perni varia con il variare del numero di denti che la protesi va a sostituire e con le caratteristiche della protesi stessa.
Il materiale normalmente usato per l’impianto, una sorta di vite, è il titanio, ma si usa, in determinate circostanze, anche lo zirconio.
Titanio, zirconio e talvolta l’acciaio o l’oro, sono i materiali per realizzare i monconi.
Talvolta si ritiene opportuno inserire l’impianto in un sito di estrazione recente, questa procedura preserva l’osso e i tessuti molli che circondavano il dente estratto, e riduce i tempi di trattamento.
Nella maggior parte dei casi si procede all’incisione della gengiva sulla superficie orizzontale, alla foratura dell’osso con l’aiuto di frese inizialmente sottili che creano fori pilota e stent di guida, all’avvitamento in sede del perno.
La gengiva viene adattata in vario modo attorno alla parte del perno che sporge all’esterno, affinché si rigeneri e lo avvolga correttamente.
Dopo l’impianto prende il via il processo definito osteointegrazione, in cui il sostegno viene integrato dall’osso che si sviluppa nelle apposite scanalature e microcavità dell’impianto.
Guarigione e osteointegrazione: dentiera provvisoria o definitiva
Durante la fase di osteointegrazione, che può durare anche qualche mese, il dentista può valutare la necessità di utilizzare una dentiera provvisoria che servirà solo fino alla guarigione e poi verrà sostituita, o che verrà semplicemente riadattata, riducendo così il costo complessivo dell’intervento di implantologia.
Durante questa fase l’igiene orale gioca un ruolo fondamentale; così come l’attenzione a non sovraccaricare le mucose e l’osso con la masticazione.
I consigli dello specialista vanno seguiti alla lettera per non inficiare il risultato dell’impianto.
Antidolorifici, antinfiammatori, analgesici e antibiotici per il mal di denti aiutano il paziente a superare la prima fase senza spiacevoli conseguenze; anche se una leggera tumefazione e un po’ di gonfiore sono prevedibili e normali.
Al termine del processo di osteointegrazione l’impianto è tenuto saldamente in posizione dall’osso.
In realtà l’osso continua anche per anni a saldarsi all’impianto, per questo motivo il dentista studia con attenzione e competenza tecnica come posizionare la protesi per non sovraccaricare o caricare in modo non equilibrato gli impianti.
La tendenza recente è quella di ridurre i tempi di trattamento inserendo i monconi (abutment implantari) all’impianto subito dopo il posizionamento chirurgico (esistono anche impianti che sono un tutt’uno con gli abutment) e la protesi, una e definitiva, a poca distanza di tempo.
Cura e manutenzione: la pulizia specifica della protesi a bottone
Lievi irritazioni o indolenzimenti sono normali nei primi giorni in cui si indossa un apparecchio overdenture; piccoli aggiustamenti saranno eseguiti all’occorrenza presso lo studio dentistico.
La dentiera a bottone può essere facilmente rimossa per la pulizia quotidiana, eseguita con prodotti specifici sciolti in acqua non troppo calda, o una blanda soluzione di bicarbonato, e l’apposito spazzolino per dentiere.
Le dentiere in resina acrilica vanno conservate in un liquido quando non le si indossano, per evitare che si secchino o si deformino.
Non va trascurata ovviamente l’igiene della cavità orale, in cui sono presenti gli abutment.
Anche qui, spazzolino morbido e dentifricio adatto, eventualmente un collutorio, rimuoveranno i batteri da lingua e gengive, impedendo la formazione della placca.
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È importante che la dentiera mobile non resti troppo a lungo abbottonata all’interno della bocca: osso e gengive necessitano di ore di riposo, che possono agevolmente essere quelle notturne.
Mentre si indossa la dentiera a bottone, non si dovrà trascurare di spazzolarla dopo i pasti come si farebbe con la dentatura naturale, per evitare la formazione di tartaro e l’alterazione del colore della resina, che alcuni cibi potrebbero provocare.
Infine, si rende indispensabile il controllo periodico e regolare della protesi semimobile dal dentista, per valutarne le condizioni, riadattarla se necessario, controllare la situazione delle gengive, degli impianti e dell’osso.
Vantaggi e Svantaggi di una Protesi Dentale a Bottone
L’implantologia a bottone offre numerosi vantaggi che ne fanno una scelta eccellente per chi desidera stabilità e resistenza nella propria dentiera. Ecco i principali benefici:
- Stabilità e resistenza: Riduce notevolmente il rischio di caduta o movimenti indesiderati durante la masticazione e la fonazione.
- Distribuzione del carico: Le sollecitazioni della masticazione vengono distribuite sull’osso anziché solo sulle mucose, limitando la regressione e il riassorbimento dell’osso stesso.
- Miglioramento della fonazione: Permette una pronuncia più chiara delle parole, senza il timore che i movimenti della dentiera siano percepibili.
- Sistema di fissaggio sicuro: Più stabile di qualsiasi gel, pasta o crema adesiva utilizzata per le dentiere mobili.
- Facilità di utilizzo: La protesi a bottone è semplice da posizionare ed estrarre autonomamente, oltre ad essere pratica da pulire.
- Comfort estetico e funzionale: Offre un comfort migliorato rispetto alle dentiere mobili tradizionali, con un’estetica più naturale e una funzionalità superiore.
Svantaggi:
- Intervento chirurgico: La necessità di sottoporsi a un intervento chirurgico può rappresentare un deterrente per alcuni pazienti.
- Lunghezza della procedura: La durata del trattamento potrebbe preoccupare chi cerca soluzioni più immediate.
- Costi: I costi dell’implantologia a bottone possono essere significativi, anche se è possibile ammortizzarli in parte riutilizzando la dentiera già in possesso del paziente. Questo aspetto dovrà essere valutato dallo specialista.
Quanto costa una protesi dentale a bottone?
Quindi, qual’è il costo di una dentiera a bottone?
Escludendo interventi chirurgici preliminari aggiuntivi, il costo di un singolo impianto per rimpiazzare un dente si aggira attorno agli 800/1.000 euro.
Va da sé che una protesi mobile totale, anche se ancorata alla gengiva con un massimo di sei impianti, verrà a costare molto meno di una dentatura completa sostituita interamente dente per dente.
Mediamente, per l’impianto di una protesi a bottone si parte da un budget tra i 2.000 e i 3.000 euro.
Determinate circostanze, alcune delle quali importanti come la qualità dei materiali e l’esperienza del chirurgo, potrebbero anche far più che raddoppiare la cifra: è sempre bene fare attenzione a che nel preventivo siano comprese tutte le analisi preliminari, l’anestesia, gli elementi occorrenti (perni, abutment, protesi), le eventuali sedute di controllo.
Sarà comunque il dentista a decidere se c’è bisogno di 2, 4 o 6 impianti per fissare in modo corretto la dentiera e a fare un preventivo completo, valutando anche di riciclare la dentiera esistente.
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A chi Rivolgersi per Fare una Protesi Dentale a Bottone
Se desideri migliorare la stabilità della tua dentiera mobile attraverso l’implantologia a bottone, è essenziale affidarsi a professionisti esperti e qualificati. Per ottenere i migliori risultati, puoi rivolgerti alla clinica Ireos Dental, diretta dal Dottor Giuseppe Genzano.
Il Dottor Giuseppe Genzano è un implantologo di grande esperienza, specializzato nell’implantologia a bottone e nelle tecniche avanzate di protesi dentale. Presso Ireos Dental, offriamo un servizio completo e personalizzato, mirato a soddisfare le esigenze specifiche di ogni paziente.
Perché scegliere Ireos Dental per l’implantologia a bottone?
- Valutazione completa: Presso la nostra clinica, eseguiamo una valutazione approfondita della salute orale del paziente, inclusi esami clinici e radiologici, per determinare il miglior approccio al trattamento.
- Trattamento personalizzato: Ogni paziente riceve un piano di trattamento su misura, tenendo conto delle sue condizioni specifiche e delle sue esigenze estetiche e funzionali.
- Tecniche avanzate: Utilizziamo le tecniche più moderne e i materiali di migliore qualità per garantire la massima stabilità e durata delle protesi a bottone.
- Esperienza e professionalità: Il Dottor Genzano, con la sua vasta esperienza nel campo dell’implantologia, assicura un approccio professionale e competente, garantendo il successo dell’intervento e la soddisfazione del paziente.
- Assistenza continuativa: Offriamo visite di controllo regolari per monitorare la salute degli impianti e delle protesi, assicurando il mantenimento dei risultati nel tempo.
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Medico Chirurgo e Odontoiatra si è laureato all’università di Firenze. Iscritto all’ordine dei medici di Firenze con iscrizione nr. FI-167 si occupa nella pratica clinica di implantologia e ortodonzia digitale.