Implantologia e osteoporosi
L’osteoporosi è una patologia endocrinologica che colpisce soprattutto le donne a distanza di qualche anno dall’entrata in menopausa.
I cambiamenti ormonali specie nella donna possono determinare l’insorgere della fragilità ossea, creando le condizioni per uno progressivo indebolimento dovuto a un processo di demineralizzazione.
In Italia ne soffrono circa 3 milioni e mezzo di donne e meno di 1 milione di uomini.
I distretti ossei che più ne risentono sono tradizionalmente il femore, l’omero, le vertebre.
Questo però non esclude che siano interessati anche l’osso mascellare e mandibolare, che richiedono un’attenta valutazione quando un paziente osteoporotico intende sottoporsi a un intervento di implantologia dentale.
Una condizione che impedisce di accedere all’implantologia dentale a chi è affetto da osteoporosi è l’assunzione dei cosiddetti farmaci bifosfonati.
Si tratta di una terapia che si prescrive per rallentare il processo di demineralizzazione, ma nel contempo impedisce anche il riassorbimento delle ossa stesse, che è alla base della stabilità degli impianti dentali.
Il carico di questi ultimi avviene, infatti, inserendo nell’osso parodontale i perni in titanio, che fungono da nuove radici dei denti fissi al posto di quelle naturali.
La protesi viene appunto montata su di essi e questo richiede che si realizzi il processo di osteointegrazione, cioè di cementazione del perno con l’osso naturale.
A questo scopo gli stessi perni sono realizzati con delle filettature molto simili a delle viti e con una superficie leggermente ruvida, che favorisce un agganciamento ottimale per garantire la durata dell’impianto fisso.
Tuttavia anche i pazienti affetti da osteoporosi possano avere denti fissi e stabili grazie all’implantologia senza correre il rischio di rigetto dell’impianto dentale o di perdita per instabilità.
Grazie all’implantologia a carico immediato è possibile avere denti fissi in un giorno e anche per questo motivo moltissimi pazienti vogliono sottoporsi a questo tipo di intervento.
La perdita dei denti e l’osteoporosi
L’aumentata aspettativa di vita in Italia prefigura in futuro un aumento dei casi di osteoporosi correlati all’ampliamento di una platea come appunto può essere una popolazione di ultra sessantenni.
Il problema che presto si trovano ad affrontare i soggetti affetti da osteoporosi è la perdita dei denti pre-termine oppure la loro instabilità, con conseguente difficoltà nella masticazione dei cibi e nell’articolazione delle parole, oltre a subire anche il danno estetico.
La causa della perdita di elementi dentari è un repentino ritrarsi dell’osso mascellare e mandibolare, che può associarsi a un’altra patologia molto simile che interessa l’arcata superiore e inferiore: la piorrea o parodontite.
Quest’ultima insorge a causa di un’infezione gengivale dovuta all’infiltrazione di colonie batteriche soprattutto per la scarsa igiene dentale, oppure per patologie pregresse, tra cui ci può essere anche l’osteoporosi.
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In un quadro clinico del genere la cosa migliore da fare è intervenire prima che i denti comincino inesorabilmente a cadere.
Un aspetto da non trascurare correlato alla perdita dei denti è anche la naturale tendenza dell’osso parodontale a ritirarsi proprio perché manca il sostengo naturale rappresentato dagli elementi dentari.
Un motivo in più per non trascurare la possibilità dell’implantologia dentale anche nei soggetti osteoporotici.
Mettere l’impianto dentale con l’osteoporosi
Per decidere di procedere con un intervento di l’implantologia in pazienti con osteoporosi bisogna sottoporsi a un’approfondita visita odontoiatrica preliminare.
L’obiettivo è quello di verificare la densità dell’osso sia mandibolare che mascellare e anche la quantità disponibile.
È possibile farlo attraverso esami di diagnostica per immagini come un orto panoramica o un TAC in aggiunta a un approccio multidisciplinare anche con il proprio endocrinologo.
Questo modus operandi può dare informazioni importanti per delineare un quadro clinico completo del paziente.
La condizione di base per mettere un impianto dentale anche nel cavo orale di coloro che sono interessati da osteoporosi è uno spessore sufficiente di osso, anche nei pazienti che denotano una certa compromissione.
Laddove lo spessore dell’osso non è sufficiente sarà possibile intervenire con la rigenerazione ossea.
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Le terapie pre-chirurgiche per l’implantologia dentale
Per ovviare alla mancanza di osso esistono delle terapie che si basano sulla chirurgia pre-implantare e che ormai sono considerate di routine per permettere ai pazienti con compromissione della struttura ossea di avere denti fissi.
L’aspetto da non trascurare è quello di informare preventivamente il proprio dentista della presenza di osteoporosi.
Le terapia d’elezione in questi casi è la chirurgia cosiddetta pre-protesica che consiste nell’innesto osseo e nel rialzo dei seni mascellari.
L’innesto osseo si effettua solitamente sull’arcata inferiore e consiste nell’integrare materiale biologico o frammenti autologhi, cioè prelevati dallo stesso paziente, per scongiurare eventuali reazioni avverse di rigetto.
Tra le diverse tecniche possibili si utilizza l’applicazione di una membrana apposita al di sopra del materiale per ricreare lo spessore osseo.
La stessa membrana è composta da un materiale riassorbibile, che scompare quando si sarà completata la cementazione dell’innesto osseo.
La componente ricostruttiva rimarrà quindi al di sotto di essa finché non sarà pronta per l’inserimento degli impianti dentali.
Per quanto riguarda lo spessore dell’arcata superiore l’intervento chirurgico pre-protesico più utilizzato nei casi di mancanza di spessore delle ossa mascellari è il rialzo dei seni.
Il rialzo dei seni mascellari è un’ulteriore tecnica chirurgica pre-protesica odontoiatrica che, anche in questo caso utilizza materiale sintetico o, in alternativa, appartenente allo stesso paziente.
Anche in questo caso l’odontoiatra riesce a ricreare quella porzione sufficiente di osso tra parodonto e mucosa per ancorare in modo stabile e duraturo nel tempo i perni in titanio.
Nonostante si tratti di interventi chirurgici complessi, con le nuove tecniche all’avanguardia dell’implantologia dentale si possono utilizzare procedure in endoscopia minimamente invasive.
Questo comporta anche la possibilità di velocizzare i tempi di guarigione e procedere con l’ancoraggio delle protesi dentali definitive.
Il campo operatorio, inoltre, viene anestetizzato localmente e, come accade anche per gli innesti ossei, bisogna solo attendere che i tessuti guariscano.
Questo solitamente accade entro 4-6 mesi e può variare in base al tipo di intervento che è stato realizzato.
In tal senso il paziente dovrà attendere qualche tempo prima che si possano posizionare gli impianti dentali definitivi e nel frattempo potrà comunque avvalersi delle protesi fisse provvisorie.
Queste ultime svolgono a pieno tutte quelle funzioni necessarie per la nutrizione, la fonazione e anche l’aspetto estetico.
Quando l’implantologia dentale non è possibile
L‘implantologia dentale moderna riesce a restituire il sorriso anche in casi che in passato potevano solamente aspirare ad avere le protesi mobili.
Significa che i continui progressi hanno ampliato la platea di chi può accedere, in particolare gli anziani, all’implantologia dentale con successo.
Ci sono però dei casi in cui bisogna arrendersi alla mancanza di osso, non solo nello spessore ma anche nella possibilità di ricrearlo con gli innesti o il rialzo dei seni mascellari.
Nelle persone con osteoporosi che assumono farmaci come i bifosfonati c’è un ostacolo come il pericolo della osteonecrosi, se si effettuano interventi chirurgici invasivi.
Una patologia come l’osteonecrosi, che consiste nel deterioramento dell’osso che si protrae per più di 8 settimane e che interessa soprattutto l’osso mascellare, è indicativa della perdita di capacità auto riparativa , pur se minima in presenza di osteoporosi.
Il problema potrebbe insorgere anche solo con un’estrazione dentale e nel tempo coinvolgere anche la zona circostante, con microfratture ossee e l’interessamento dei tessuti molli.
L’avanzamento della malattia è difficilmente arrestabile ed è per questo che, chi assume tali farmaci, non è un candidato possibile per l’implantologia dentale.
L’osteonecrosi ha comunque un’incidenza rara, ma in conclusione si può affermare che l’implantologia è possibile anche con l’osteoporosi, a patto di rivolgersi a veri professionisti dell’odontoiatria che hanno una lunga esperienza e sono sempre al passo con le nuove tecniche implantologiche.
Mettere l’impianto dentale con l’osteoporosi a Firenze
A Firenze presso la Clinica Ireos Dental è possibile mettere l’impianto dentale anche se affetti dall’osteoporosi.
Sarà prima necessario effettuare una visita gratuita e senza impegno con il chirurgo implantologo per verificare l’idoneità all’intervento.
Grazie a una gestione aziendale impeccabile e una dedizione alla cura e alla salute dei denti lo studio dentistico Ireos è in grado di fornire impianti dentali di elevata qualità a prezzi vantaggiosi e migliori delle cliniche dentistiche estere.
Ti aspettiamo in clinica per un primo consulto.
Medico Chirurgo e Odontoiatra si è laureato all’università di Firenze. Iscritto all’ordine dei medici di Firenze con iscrizione nr. FI-167 si occupa nella pratica clinica di implantologia e ortodonzia digitale.