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Pubblicato: lunedì 18.10.2021.

Cos’è il grande rialzo del seno mascellare

Grande rialzo del seno mascellare

Rialzo del seno mascellare: cos’è e perché si fa

Il seno mascellare è una cavità naturale di forma piramidale, all’interno dell’osso della mascella superiore; posta tra l’innesto delle radici dei denti, il setto nasale e la parete dell’orbita oculare.

Il rialzo del seno mascellare è un intervento chirurgico con cui si va ad aumentare la massa di tessuto osseo presente nella mascella, al fine di rendere la quantità di osso sufficiente per il posizionamento corretto di impianti dentali.

Per inspessire la cresta ossea dell’osso mascellare si aggiungono materiali sintetici biocompatibili (tra quelli di ultima generazione molto usato il “Bio-Oss®” e similari, ricavati a partire da osso bovino liofilizzato e denaturato) o porzioni di osso prelevati da altre parti del corpo dello stesso paziente, si parla in questo caso di innesto autologo.

Quando serve il rialzo del seno mascellare

Il grande rialzo del seno mascellare è un intervento necessario quando si desidera sostituire i denti persi con dei denti fissi, ricorrendo agli impianti dentali, ma la quantità e il volume di osso presente non è sufficiente a sostenere gli impianti.

Le cause dell’assottigliamento della cresta ossea possono essere molteplici: atrofizzazione dell’osso a seguito della perdita dei denti molari e premolari superiori, traumi e parodontite (infiammazione da batteri conosciuta anche con il nome piorrea) tra le principali.

Rialzo e grande rialzo del seno mascellare

Se la cresta ossea ha in partenza uno spessore di almeno 4 mm si interviene solitamente con un intervento cosiddetto “di rialzo”; occorrerà invece un intervento “di grande rialzo” in caso di spessore della cresta ossea inferiore ai 4/5 mm.

In presenza di una cresta ossea di almeno 4 millimetri, si può anche posizionare l’impianto dentale in concomitanza con l’intervento di rialzo; altrimenti sarà necessario aspettare qualche mese per poter inserire gli impianti.

Un periodo che va dai 4 ai 9 mesi permette infatti al materiale di innesto di stabilizzarsi e integrarsi all’osso preesistente e lo rende adatto all’inserimento degli impianti, che sosterranno i denti sostitutivi come radici artificiali.

In ogni caso gli impianti inseriti nell’osso ricostruito con l’intervento di rialzo hanno la stessa qualità e durata di quelli eseguiti sull’osso naturale.

Procedure di intervento per il rialzo del seno mascellare

Viste le due principali tipologie di intervento di rialzo del seno mascellare, scelte a seconda dello spessore preesistente della corona ossea, analizziamo i tipi di procedure con cui vengono effettuate.

Distinguiamo a questo proposito l’intervento che avviene operando dalla base della cresta ossea e quello che prevede un’apertura nella parete laterale verticale del seno, per introdurre il materiale dell’innesto osseo.

In entrambe i casi è generalmente prevista l’anestesia locale e l’utilizzo di moderne tecnologie, come la preparazione di modelli tridimensionali grazie alle immagini fornite dalla TAC, l’uso di bisturi a ultrasuoni e il monitoraggio continuo dell’operazione.

Rialzo del seno mascellare operando dalla zona crestale

Per via crestale si effettua il mini rialzo del seno mascellare, quando cioè si hanno almeno 4-5 mm di spessore nella cresta ossea e non occorre aggiungere molto materiale.

Si interviene dal basso, incidendo la gengiva e la sottile parete ossea, spingendo poi la membrana di Schneider, che si trova appena sopra l’osso, e inserendo il materiale di riempimento tra la membrana e la base del pavimento sinusale.

In questo caso si può optare per effettuare in contemporanea il posizionamento dell’impianto, nello spazio che si viene a creare tra la membrana e la cresta ossea esistente, inglobandolo da subito nel materiale di riempimento.

Il tempo di recupero di questo tipo di intervento è molto rapido: la tecnica poco invasiva richiede un decorso post-operatorio di pochi giorni.

Grande rialzo attraverso la parete laterale del seno mascellare

Il grande rialzo del seno mascellare avviene con approccio laterale, aprendo una finestra nell’osso sulla parte laterale del seno, per poter inserire una maggior quantità di materiale osseo di riempimento.

Anche in questo caso la membrana di Schneider viene scollata e sollevata per introdurre il materiale scelto per la ricostruzione ossea.

Solitamente l’operazione si conclude con i punti di sutura, mentre l’innesto dell’impianto dentale viene rimandato ad un secondo momento, quando il materiale osseo aggiunto si sarà consolidato e mineralizzato.

Chi può sottoporsi all’intervento ed eventuali controindicazioni

La percentuale di successo per l’intervento di rialzo del seno mascellare è decisamente alta, oltre il 90 %, e rappresenta un’ottima soluzione, adatta in quasi tutte le circostanze, per risolvere il problema dell’impianto di denti in mancanza di osso.

Controindicazioni:

Le controindicazioni che potrebbero rendere sconsigliabile l’intervento sono:

  • Problemi di sinusite;
  • Neoplasie;
  • Cisti;
  • Lesioni preesistenti, ai denti o nell’area interessata dall’intervento.

Ogni singolo caso va comunque sottoposto allo specialista, in grado di analizzare la storia clinica del paziente, di prendere in considerazione ogni possibile rischio ed eventualmente proporre soluzioni ad hoc.

Una radiografia ortopanoramica e una TAC dell’osso mascellare sono il primo passo per valutare la situazione.

Una condizione clinica che potrebbe preoccupare è quella delle allergie, essendo molto pericoloso starnutire o soffiarsi il naso nel primo periodo dopo l’intervento.

Il medico dovrà valutare il momento adatto e l’eventuale somministrazione di farmaci per evitare la manifestazione dei sintomi di una rinite, allergica e non, nel delicato momento della convalescenza.

Prevenzione delle possibili complicanze e soluzioni

La radiologia 3D e la chirurgia computer-guidata permettono di ridurre notevolmente i rischi conseguenti all’intervento di rialzo del seno mascellare, tra cui il rischio di un danno a livello vascolare con recisione di un vaso sanguigno e relativa emorragia, o la lacerazione/perforazione della membrana di Schneider.

Da sottolineare che, nell’eventualità che si incorra in questo inconveniente, l’intervento può continuare nella maggior parte dei casi, anche grazie alla riparazione della membrana con materiali biocompatibili.

Tra i sussidi che vengono in aiuto del chirurgo durante l’intervento di rialzo del seno mascellare: membrane riassorbibili, colla di fibrina e derivati piastrinici; questi ultimi potenziano l’azione delle piastrine del corpo umano e aiutano la chiusura della ferita.

Solo un danno molto esteso alla membrana potrebbe richiedere l’interruzione dell’operazione e un ragionevole lasso di tempo per permettere alla lesione di guarire prima di ritentare un nuovo intervento di rialzo.

Molto raramente, in caso di intervento di rialzo del seno mascellare comunque portato a termine, potrebbero essere necessari altri piccoli interventi di ritocco o particolari terapie farmacologiche.

Altrettanto rara è l’eventualità di un innesto osseo con attecchimento anomalo o incompleto, che richiederebbero una seconda operazione chirurgica.

Nella maggior parte dei casi l’unico inconveniente causato dall’intervento di rialzo è un lieve gonfiore, la possibile comparsa di ematomi e un leggero sanguinamento, che regrediscono rapidamente.

I pazienti diabetici dovranno prestare particolare attenzione al decorso postoperatorio, come dopo ogni tipo di intervento chirurgico.

Decorso post-operazione

Il paziente può tornare a casa immediatamente dopo l’operazione, appena passati gli effetti dell’anestesia.

Sarà presente un certo indolenzimento e gonfiore, forse qualche livido, e la ferita inizialmente potrebbe sanguinare leggermente, ma tutto questo rientra nella norma postoperatoria per il grande rialzo del seno mascellare.

Qualche accorgimento permette di avere un decorso post-operatorio senza problemi, sempre abbinato ad un regolare controllo medico.

Cibi liquidi e freddi per i primi giorni, poi tiepidi e semiliquidi o cremosi, per evitare di masticare; nulla di molto caldo, acido, piccante o comunque irritante, fino a completa guarigione.

Vuoi approfondire: Cosa mangiare dopo impianto dentale

Di grande importanza l’igiene orale, affidata più ai collutori antibatterici che a spazzolino e filo interdentale, proibiti per almeno due settimane dopo l’intervento e da usare solo su indicazione dello specialista.

Decisamente vietato fumare, per evitare infezioni; attività fisica intensa e sforzi sono proibiti per il rischio di emorragie.

Il medico può somministrare farmaci per ridurre l’infiammazione e il dolore, e antibiotici per eliminare il rischio di infezioni, eventualmente uno spray con soluzione salina per mantenere umide le mucose nasali.

Un accorgimento fondamentale è quello di non soffiarsi il naso nei giorni seguenti all’operazione: tale azione rischierebbe di spostare il materiale osseo introdotto o allentare i punti.