370 3655374 info@clinicaireos.com Lun - Ven: 10.00 - 20.00

Pubblicato: mercoledì 29.04.2020.
Ultimo aggiornamento: domenica 01.11.2020

La parodontite: cos’è e come si cura

paradentite come curarla

La parodontite

La parodontite, che viene definita talvolta anche malattia parodontale, parodontopatia o piorrea, è un’infezione batterica dei tessuti parodontali, ovvero di tutti quei tessuti che circondano i denti e comprendono l’osso alveolare, nonché l’osso che circonda il dente, il legamento parodontale e le gengive.

Dopo la gengivite, la parodontite rappresenta l’ultimo e più grave stadio di infezione che può colpire i denti; come tale la parodontite è un processo irreversibile che, una volta iniziato, deve essere risolto quanto prima, poiché se non viene trattato per tempo, può portare alla perdita permanente dei denti.

Quali sono le cause della parodontite

In una prima fase la parodontite inizia sempre con una gengivite, un processo infiammatorio che interessa esclusivamente la gengiva intorno ad uno o più elementi dentali.

In questo stadio il sintomo più evidente è il sanguinamento delle gengive, che può svilupparsi in seguito a traumi a carico delle gengive anche di modesta entità, quali ad esempio la masticazione di cibi duri, lo spazzolamento dei denti durante la normale igiene orale o l’uso del filo interdentale.

La gengiva spesso si presenta inoltre come edematosa, nelle zone dove si sviluppa la gengivite, assume un colorito rossastro e dolorante, perde inoltre la tipica consistenza duro-elastica e diventa particolarmente molle e soggetta a lesionarsi.

Quando si sviluppa una gengivite è inoltre possibile osservare dei sintomi precoci che includono inizialmente: alito cattivo, modesta dolorabilità, leggero sanguinamento e strano sapore in bocca.

Se riscontrate questi sintomi vi consigliamo di rivolgervi subito al vostro dentista di fiducia per escludere la presenza di parodontite e in caso contrario di iniziare subito la cura adeguata.

Se la gengivite non viene trattata per tempo, si sviluppano successivamente sintomi più gravi, quali sanguinamento severo, alitosi marcata, eccessiva mobilità dentale, recessioni gengivali con esposizione della radice del dente e dolore diffuso dei denti.

Una gengivite trascurata porta successivamente alla retrazione del normale attacco gengivale, con conseguente scopertura della radice, ed è alla base della formazione delle cosiddette tasche parodontali, zone sotto gengiva a contatto con il dente; qua i batteri sono liberi di proliferare poiché le normali difese dell’organismo, la saliva e la quotidiana pulizia dei denti tramite spazzolino e dentifricio, non riescono a debellarli.

Una volta sviluppate le tasche parodontali, la parodontite, se non trattata, può progredire, aggravandosi, fino a portare ad un indebolimento tale del legamento parodontale che causa la caduta del dente.

I sintomi della parodontite

Il primo stadio della parodontite, come già detto, è rappresentato dalla gengivite lieve; in questa fase si nota un leggero sanguinamento, alitosi lieve o moderata e una leggera sensazione dolorosa.

Questo primo stadio è comunque completamente reversibile e può essere trattato con successo, sia a casa, che dal dentista, riportando in breve tempo alla normalità i tessuti di supporto del dente e le gengive.

Il secondo stadio della malattia parodontale è la gengivite grave: i sintomi in precedenza lievi si aggravano, il sanguinamento diventa più importante e si manifesta nei casi più gravi quasi spontaneamente; si ha una sensazione di dolore diffuso, che può arrivare ad interessare anche i denti vicini, si sviluppa un’ alitosi molto marcata, causata dallo sviluppo dei batteri, che colpiscono le gengive, portando così esse stesse a ritirarsi, fino a formare le tasche gengivali.

Nel terzo ed ultimo stadio, si forma la parodontite; quando si arriva a questa condizione, in genere, i danni subiti dai tessuti di supporto del dente sono molto gravi.

Si può avere la formazione di ascessi dentali  e l’aumento della mobilità del dente, fino alla definitiva perdita di uno o più elementi dentali.

I sintomi di allerta della parodontite

  • dolore durante la masticazione: un forte dolore mentre stiamo masticando del cibo può essere un sintomo di allarme della piorrea
  • recessione delle gengive: la malattia degenerativa porta a una recessione delle gengive che se non viene curata per tempo finisce con la perdita dei denti (edentulia)
  • sanguinamento gengivale: anche un eccessiva e copiosa perdita di sangue può far pensare che siamo affetti da paradentite
  • alitosi: l’alito cattivo sicuramente non è mai un buon segno ma non è detto che questo sia per forza un sintomo

Come prevenire la parodontite

Il mezzo migliore per prevenire la parodontite, o le sue forme meno gravi come le gengiviti, consiste nella pulizia regolare e accurata, fatta quotidianamente a casa durante la normale igiene orale.

➡ Vuoi approfondire: Puliza dei denti: consigli per la detartrasi fai da te

E’ consigliabile eseguire anche un pulizia dentale professionale ogni sei mesi e, in caso non fosse possibile, almeno una volta all’anno.

Pulire regolarmente i denti impedisce infatti ai batteri responsabili della parodontite di proliferare e attaccare in modo continuativo il dente e i suoi tessuti di supporto.

Per garantire comunque che non vi siano problematiche a carico della salute dei denti, è opportuno sottoporsi regolarmente a dei controlli odontoiatrici, che permettono di evidenziare precocemente i primissimi segni di una parodontite e consentono di intraprendere interventi mirati a risolvere il problema.

Curare la parodontite

Per trattare in modo efficace la parodontite non è sufficiente sottoporsi ad un trattamento odontoiatrico, qualora questo non venga efficacemente supportato da una corretta e meticolosa igiene orale, una volta tornati a casa.

Il metodo professionale migliore e più sicuro per trattare la parodontite consiste nell’utilizzo del laser; questo trattamento, a differenza dei trattamenti chirurgici “classici”, ovvero la rimozione chirurgica delle zone infiltrate dai batteri, è un metodo completamente indolore, che elimina in maniera istantanea i batteri responsabili dell’infezione e soprattutto non crea danni a carico dei tessuti dentali, come invece avveniva con le tecniche chirurgiche parodontali.

Dopo l’utilizzo del laser, si nota immediatamente l’eliminazione del sanguinamento gengivale, tipico della parodontite, vengono eliminate le tasche, rigenerati i tessuti e, poiché la metodica è più rapida delle tecniche chirurgiche e non necessita di anestesia, vengono anche molto abbattuti i costi per il Paziente.

Una volta terminato l’iter di trattamento professionale, è opportuno che, durante la pulizia quotidiana domiciliare, il paziente adotti una serie di accorgimenti, per per fare in modo che il trattamento appena effettuato svolga la funzione desiderata senza che vi siano recidive al trattamento.

Utilizzare uno spazzolino a setole morbide è una buona idea, in modo da rispettare le gengive delle zone trattate, che saranno ancora gonfie ed edematose; è opportuno utilizzare un collutorio ad azione disinfettante contenente Clorexidina, è consigliabile astenersi dal fumo e integrare la dieta con dei supplementi di calcio, in modo da favorire la rigenerazione ossea intorno ai denti trattati.

Una volta ottenuta la completa remissione della parodontite è sicuramente consigliabile sottoporsi annualmente ad un controllo professionale dal proprio dentista e sottoporsi con cadenza semestrale ad una pulizia professionale.

➡  Vuoi approfondire : Pulizia dentale – Igiene orale: come e quando farla

Test per la parodontite

Molti pensano che la diagnosi di parodontite venga effettuata grazie ad una semplice “occhiata” del dentista, in realtà, benché la visita specialistica svolga un ruolo estremamente importante nella fase di prevenzione e diagnosi, un test estremamente importante e oggettivo per la diagnosi e per impostare un trattamento adeguato è rappresentato dal Test Microbiologico BPA (Bacterial Periodontal Assessment).

Grazie a questo test, che si esegue prelevando in modo semplice ed indolore un piccolo campione di saliva dall’interno delle tasche parodontali, il professionista può ricavare importanti informazioni , le quali permettono di decidere in quale modo affrontare un trattamento parodontale.

In base alle informazioni ricavate dal test BPA, si capisce infatti quali sono i batteri responsabili della malattia parodontale, se sarà necessaria una terapia antibiotica locale per debellare questi batteri, e quale sarà la molecola antibiotica più adatta ad affrontare il pool di batteri presenti nelle tasche parodontali.

E’ evidente quindi che un piano terapeutico guidato da un test che fornisca informazioni dettagliate e precise sul tipo di batteri presenti in bocca permetterà in modo sensibile di aumentare la possibilità di guarigione.