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Pubblicato: lunedì 11.01.2021.

Impianti endossei: cosa sono, quanto costano e quando usarli

impianti dentali endossei

Cosa sono gli impianti endossei?

Gli impianti dentali endossei sono delle radici artificiali in titanio di varie lunghezze e forme che vengono applicati nell’osso del paziente con lo scopo di sostituire i denti mancanti, attraverso dei denti artificiali.

Dopo un lasso di tempo di guarigione questi impianti si integrano con l’osso e si parla di quindi di osteointegrazione.

L’impianto viene ricoperto da una corona artificiale, che possiede le caratteristiche estetiche di un dente vero.

Questi impianti vengono realizzati in titanio per la sua elevata biocompatibilità con l’organismo dell’essere umano.

Gli impianti endossei consentono il sostegno di un dispositivo protesico, grazie al supporto dell’osso della mascella o del cranio; alla base di questo metodo, vi è il processo biologico dell’osteointegrazione, ovvero quel processo che determina un legame tra titanio, componente dell’impianto, e l’osso intorno alla sede implantare.

Vuoi approfondire cosa sono gli impianti dentali? Leggi anche il nostro articolo: La Guida agli impianti dentali e all’implantologia.

Come sono composti gli impianti endossei?

La radice artificiale dell’impianto è realizzata in titanio a forma di vite e viene posizionata al posto delle radici naturali perse a causa di patologie o estrazioni dentali. Questo componente viene chiamato fixture in gergo tecnico.

L’altra parte è costituita dal moncone, detto anche abutment, che si viene fissata sull’impianto e che sarà il supporto su cui verranno fissate le capsule dentali (ceramica o zirconio ecc..)

Infine c’è la capsula dentale che è l’elemento che sostituisce il dente e che ne emula forma, colore e dimensione per ritrovare l’armonia naturale del sorriso.

Gli impianti dentali sono formati da lunghezze e diametro variabili a seconda degli elementi dentali che devono sostituire. Il diametro varia dai 3 ai 5 millimetre e la lunghezza varia da 5 (impianti nano) e 18 millimetri (impianti pterigoidei).

In caso di atrofie ossee esistono gli appositi impianti zigomatici lunghi anche 3/4 centimetri che consentono a chiunque di poter avere dei denti fissi, anche in caso di gravi riassorbimenti ossei.

Vuoi approfondire: impianti dentali zigomatici: cosa sono e quando usarli

Come si installa un impianto endosseo?

implantologia guidata guidata

Prima di procedere all’applicazione di un impianto dentale è necessaria un’attenta pianificazione per individuare la posizione precisa in cui inserire gli impianti che garantisca risultati ottimali nel lungo termine.

Per individuare la migliore posizione per l’impianto si ricorre a simulazioni di laboratorio oppure grazie all’utilizzo della tecnica chiamata implantologia computer guidata, che consente il posizionamento preciso di un impianto grazie a una guida TAC.

Data l’assenza di legamenti parodontali, durante la masticazione, viene a mancare la sensazione di pressione tipica degli elementi naturali e vengono quindi generate forze di masticazione maggiori. Per questo motivo il chirurgo esperto dovrà scegliere con cura la collocazione degli impianti e dovrà prestare particolare attenzione alla distribuzione delle forze per evitare problematiche future.

Forze eccessivamente concentrate possono infatti comportare la rottura di ponti e dei vari componenti dell’impianto o addirittura la perdita di osso adiacente ad esso.

Per determinare la posizione finale degli impianti bisogna quindi tenere in considerazione i dati ottenuti mediante una densitometria ossea e i dati ottenuti dalla progettazione della protesi finale che andrà a sostituire i denti: software specifici permettono infatti di simulare virtualmente i carichi di masticazione e predeterminare i componenti da dover modificare al fine di mantenere inalterata nel tempo la funzionalità della struttura realizzata.

L’inserimento di un impianto dentale endosseo prevede due fasi.

Nella prima fase verrà posizionato l’impianto (fixture) nella mascella del paziente e si dovrà aspettare il tempo di guarigione per poter passare alla seconda fase affinché l’impianto abbia il tempo di legarsi saldamente con l’osso (osteointegrazione).

Questo periodo è differente da caso a caso ma mediamente il tempo di attesa oscilla dai 2 ai 4 mesi. A questo punto, impianto e osso mascellare saranno collegati; una volta concluso il processo di osteointegrazione, si avvierà la seconda fase.

Nella seconda fase, il medico posizionerà l’abutment sull’impianto e fisserà la protesi dentale (corona) all’impianto.

La protesi finale può essere di due tipologie: protesti fissa o rimovibile. In caso di protesi rimovibile, si utilizzerà un adattatore per fissare i due pezzi.

La percentuale di successo degli impianti varia a seconda dello stato di salute del paziente, della salute dei tessuti presenti in bocca e dei farmaci rilevanti per il processo di osteointegrazione.

Gioca il suo ruolo anche lo stress al quale verrà sottoposto l’impianto e la protesi realizzata.

Quanto dura un impianti endosseo?

Gli impianti dentali, come i denti naturali, possono durare anche tutta la vita a seconda di come vengono trattati e da come ce ne prendiamo cura.

Mediamente un impianto ben integrato può avere una durata superiore ai 15 anni nel 98% dei casi. Questi dati sono riportati in numerosi studi scientifici (dati Pubmed).

Nel caso degli impianti endossei la durata dei risultati è dovuta alle condizioni di ossa e gengive, se quest’ultimi si sono per qualche motivo atrofizzate, ad esempio a causa di precedenti estrazioni dentali, sarà necessario ricorrere a degli interventi, come ad esempio gli innesti gengivali o gli innesti ossei, per rigenerare l’osso e la gengiva.

Anche l’assunzione di steroidi per un tempo prolungato, l’osteoporosi e altre malattie legate alle ossa possono incidere sull’esito e sulla durata degli impianti.

Come avviene la manutenzione degli impianti endossei?

Come per la cura dei denti, anche per la manutenzione dell’impianto, sarà necessaria una corretta igiene orale quotidiana e il passaggio giornaliero del filo interdentale che previene la formazione di placca batterica e tartaro garantendo una pulizia più accurata e approfondita.

Vuoi approfondire: pulizia dei denti: consigli per la detartrasi fai da te

Una volta posizionato l’impianto, sarà necessario pulirlo con uno strumento in teflon specifico o in alternativa utilizzando un idropulsore.

La perdita ossea per gli impianti avviene ad una velocità paragonabile a quella dei denti naturali. Pertanto è importante sottoporsi regolarmente a visite specialistiche di controllo che permettono di individuare precocemente i fattori di rischio legati alla perdita ossea e correggerli quanto prima per garantire una lunga durata degli impianti.

Quanto costa un impianto dentale endosseo?

Il costo di un impianto dentale è di 650€ presso il nostro studio dentistico. Questo prezzo include fixture e abutment, è invece esclusa la corona dentale che ha un costo che oscilla tra i 250€ e i 300€.

In caso di forte riassorbimento osseo è sempre possibile procedere a una rigenerazione ossea o ad un impianto zigomatico o un impianto iuxtaosseo. In questi casi il preventivo viene sviluppato in base alle condizioni specifiche del singolo paziente.

Quali rischi ci sono?

I rischi derivanti dall’ implantologia dentale possono presentarsi durante l’intervento chirurgico, come per esempio un eccessivo sanguinamento, lesioni nervose e necrosi del lembo di tessuto circostante l’impianto.

Si possono verificare delle piccole lacerazioni durante il posizionamento dell’impianto e nella fase di osteotomia.

Durante l’intervento può anche verificarsi la perforazione del seno mascellare con conseguente comparsa momentanea di sinusite.

Come già anticipato verificare le condizioni di gengive e osso sarà di fondamentale importanza per ottenere risultati duraturi nel tempo e per non incorrere in problemi post-operatori.

Sarà quindi importantissimo prima dell’intervento effettuare una scansione digitale TAC della zona da trattare, effettuare una densitometria ossea e pianificare digitalmente la corretta posizione degli impianti prima di procedere all’intervento.

L’incapacità di posizionare l’impianto nell’osso comporta sicuramente un maggior rischio di fallimento durante il processo di osteointegrazione. Proprio per questo motivo è necessario rivolgersi a chirurghi implantologi specializzati nell’inserimento di impianti endossei.

Successivamente, vi sono i rischi che si possono manifestare nei primi 6 mesi, come l’infezione o la mancata osteointegrazione, e infine quelli che si possono verificare a lungo termine come ad esempio la perimplantite.

La perimplantite in particolare è una malattia che coinvolge gli impianti limitandone la durata nel lungo periodo. Questo si verifica soprattutto nei soggetti che presentano una scarsa igiene orale, i fumatori accaniti e nei diabetici nei quali la malattia non viene curata in modo appropriato.

Come sapere se un impianto è stato posizionato correttamente?

L’esito dell’intervento viene verificato circa tra le 10 e le 24 settimane successive all’inserimento dell’impianto.

Come abbiamo detto all’inizio dell’articolo il procedimento prevede due fasi intervallate da una pausa necessaria per la guarigione e una corretta osteointegrazione.

I principali criteri per determinare il successo di un impianto sono:

  • assenza di dolore
  • mobilità dell’impianto
  • presenza o meno di infezione
  • sanguinamento gengivale
  • lucidità radiografica
  • perdita ossea perimplantare superiore a 1,5 mm

Il successo dell’impianto dentale è influenzato da molteplici elementi: qualità e quantità ossea, abilità del medico e igiene orale del paziente in primis.

L’insuccesso dell’integrazione accade raramente, soprattutto se il paziente è diligente e segue alla lettera le indicazioni fornite dal dentista. Quando si parla di insuccessi si sente parlare anche di rigetto dell’impianto dentale.

Se vuoi approfondire l’argomento puoi leggere il nostro articolo: Esiste il rigetto dell’impianto dentale: cause e sintomi.

Cosa valutare prima di mettere un impianto endosseo?

Prima di sottoporsi a un intervento simile è fondamentale verificare lo stato e le condizioni dell’osso, delle mucose e delle gengive che serviranno a sostenere l’impianto anche durante le sollecitazioni e i sovraccarichi masticatori.

In linea generale un medico coscienzioso deve poi verificare tutte le condizioni generali del paziente, in fin dei conti stiamo parlando di un vero e proprio intervento di chirurgia.

Sarà necessario anche valutare la conformazione delle ossa, il loro spessore e la loro posizione come anche quella dei denti adiacenti e di quelli opposti.

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